Deliri in terra santa

La settimana scorsa, tra festività sacre e pagane, ho trascinato Elena per un'ala sino all'"Ariston". In programmazione c'era "Sarah e Saleem", film del 2018 diretto dal trentacinquenne palestinese, ma formato professionalmente a San Francisco, Muayad Alayan e scritto dal fratello. Sottotitolo, "il sesso al tempo di Israele", offre un nuovo spaccato dell'abominevole situazione sociale cui si è giunti a Gerusalemme e dintorni (ci si abitua a tutto, se porta profitto). Fake-esistenze in una meta-vita che ormai puzza di plexiglass. E polvere da sparo.

Eppure un piccolo shock, un pizzicotto, un inciampo, può bastare a scrollarci di dosso la colpevole inerzia che spesso rallenta gambe e cervello. In questo caso, prima ancora che d'amore, a quanto pare, una storia di sesso, insomma una scopata, può addirittura far scoppiare guerre diplomatiche, di dominio pubblico. Ma anche portare alla luce contraddizioni e prevaricazioni altrimenti sopite.
La pellicola, dopo aver aperto il sipario con l'inconfondibile violenza israeliana, avanza scattante grazie alla sceneggiatura che risulta leggiadra pur in territori occupati. La meschina retorica nazionalistica crea bolle di disumanità. Pure quella dell'infanzia, "i bambini!", "il futuro!" ne esce marcia. Figurarsi quella della passione amorosa: una persona è buona solo se non scopa con quelli dell'altra comunità ("Ho tradito". "Tranquilla...". "Con un palestinese". "Cazzo ma sei impazzita?!"). Lette così, parrebbe un groviglio degno di Filippi, Marcuzzi, D'Urso, che il loro dio le, ed invece autori ed attori hanno dimostrato di sapere gestire la materia infiammabile di quella terra avvilita dagli interessi economici, dove il fallimento dal sociale cola sull'individuo. Come sulla Sarah del titolo, pronta ad incazzarsi se definita puttana dai suoi compatrioti, ma che non trova la forza di ammettere che "conosce" un facchino palestinese. O come nei manifesti inneggianti un prigioniero "eroe" che non c'è. Lo sbandamento è totale. Ne riparliamo a natale.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento