Si ripete l'appuntamento coi celebri "corti" del cinema muto (anche post fatidico 1929). Sabato sera all'"Altrove", stavolta musicando, pure Elena in sala col "Collettivo Wurtz". Sullo schermo l'unico cimento dietro alla cinepresa dello scrittore francese Jean Genet (1910-1986). Men che meno astratto, anzi un amore concrete, ben serrato tra muri armati, una passione braccata dalla follia sociale sino ad esplodere. "Un chant d'amour", del 1950, è cortometraggio che attinge dalla vita e, quindi, dalla poetica dell'autore orgogliosamente bastardo.
...e ora so' cazzi di "O".
Pertanto sabato sera, all'"Altrove", è stata la volta del film di cui nel pomeriggio s'è parlato parecchio. "Film", del 1965, è l'unico cimento in campo cinematografico dell'altissimo Samuel Beckett. Cortometraggio di una ventina di minuti, frutto di una preziosa quanto faticosa collaborazione, restituì al pubblico percezione dell'eterno inseguimento tra l'osservatore e l'oggetto, sempre tragico e scioccante, poiché terminante con l'arrendevole ammissione di sé.
"E" chiude l'angolo
Sabato scorsa è stato grazie all'"Altrove" se, nel cuore di Genova semi ghiacciata, ci si è potuto smarrire nelle profonde e un po' destabilizzanti tematiche del grande Samuel Beckett; scorci di poetica e percezione differenti, che l'autore irlandese riversò, dopo lunga e doverosa gestazione, nei suoi unici ventidue minuti di cinema. "NotFILM", del 2015, scritto e diretto dallo statunitense Ross Lipman, celebre restauratore di altrettali pellicole, è un "cine-saggio" sul suddetto lavoro di Beckett ("FILM", appunto), in cui si esplora la genesi del film, compresa l'interazione dello scrittore coi collaboratori, variegata élite di professionisti non sempre in sintonia con la sua personale e complessa visione del mezzo cinematografico. Soggetto ed oggetto non sono mai stati così...lontani.
"Doubt & Murderer"
All'"Altrove" si è partiti per una nuova passeggiata con Sir Hitch. Prima tappa "Il sospetto", del 1941, pellicola tipica del genio del regista inglese, dove apparenze ed ipotesi giocano una faticosa partita a scacchi con la realtà dei fatti, comunque difficile da mettere in chiara luce. La proiezione della psyche di ognuno, come nella vita, fa brutti scherzi ai protagonisti dei film di Alfred Hitchcock, ma gustosi per gli spettatori dei suoi film.
Freddo amore che arde
Dopo quasi sette anni, la sala Valéry ha restituito al Cinerofum ciò che la sala Blauzer gli porse e... poi nascose. In Coni Zugna, quella volta, cedemmo quasi tutti. Ma se "Gertrud", l'ultimo lavoro di Carl Theodor Dreyer, datato 1964, permette di estrarre il concetto di vedibilità (come al Farinotti, con un po' di leggerezza, nell'extra del DVD Ed. San Paolo), d'altro canto un'analisi attenta rivela un film più intenso e coinvolgente della prima apparenza. La lentezza dei movimenti e la recitazione essenziale dei pochi interpreti, non inficia la forza dei sentimenti e delle immagini sullo schermo, anzi, qui la scommessa conclusiva del regista danese, semmai la esalta, riuscendo a restituire l'immenso cuore, ma già solitario, abbandonato, di chi ha "molto amato".
"La fottuta impermanenza"
Dopo aver visto il trailer svariate volte, andare al cinema per "The party" (2017), l'ultimo film della londinese Sally Potter, è stimolante per capire se le promesse, invero niente di esorbitante per un cinefilo minimamente maturo, sono state mantenute o se la consueta foga promozionale abbia nuovamente preso la mano ai suoi autori, portandoli semplicemente a travisare per l'avvilente dollaro in più. Perché, vista l'anteprima, è chiaro a quale tipo di film si assisterà e su quali meccanismi poggerà. Proprio per questo, la materia in mano alla Potter si fa bollente da maneggiare. Vediamo un po'...
Spacco tutto, spacco niente
Rivoluzionario uhhh, sconvolgente ahhh! Tranzilli, negli effetti nessun abbindolamento. Già Juri, Marigrade ed infine Mino mi misero in guardia riguardo ai...guardiacaccia, ehm, a proposito dei promotori di promozioni...sì insomma, "Tre manifesti a Ebbing, Missouri", lungi dall'essere un film innovativo ed apprezzabile, si rivela il più scontato e superficiale dei film politicamente corretti. Questa perla è stata realizzata nel 2017 dal londinese Martin McDonagh.
L'amore è un rimpianto
Japan, again Japan. Recupero di una proposta persa. Ed ecco che in sala Valéry sono passati i "vagabondi legati", uniti dalla corda rosso di dolore che, nel 2002, intesse per loro Takeshi Kitano. "Dolls" è un'oscillazione del regista giapponese tra gli intensi, creativi e un po' kitsch colori dei cuori infranti. Tranquilli, c'è uno Jakuza anche qui, perché ogni tipo di successo lascia per strada i trofei più preziosi.
Prigionieri di una pazzia
L'ultimo passaggio in terra nipponica offerto da quelli dell'"Altrove", lunedì scorso, è stato in realtà un'allucinante trappola del deserto: tutti noi braccati tra muri di sabbia da cui la fuga è impossibile, a meno di un'autentica ristrutturazione di sé. "La donna di sabbia", del 1964, è stato diretto da Hiroshi Teshigahara (1927-2001) e racconta di questa gabbia non così differente dalle nostre prigioni quotidiane, prive di appigli e basi da cui risalire.
Presta l'orecchio
I ragazzi dell'"Altrove", dopo aver gironzolato tra Hokkaidō e Kyūshū appresso l'irriverenza di Takeshi Beat, non se la sono sentita di rientrare all'ovile prima di fare due saluti ad altrettanti maestri del cinema nipponico che fu. Ieri sera, il primo è stato ad Akira Kurosawa che, nel 1963, traspose in un grande giallo cinematografico il romanzo breve "Due colpi in uno", scritto quattro anni prima dello statunitense Ed McBain (1926-2005). "Anatomia di un rapimento" ha trama solida, interpreti appassionati, musiche curate e regia efficace quanto spigliata, risultando un film tremendamente avvincente.
Tempo di reagire
La settimana scorsa, avendo avuto la possibilità di un'ulteriore chiacchiera con Jean Vigo, sono sgattaiolato al "Sivori" dove, restaurato, è stato riproposto "Zero in condotta". Mediometraggio (50' circa) scritto e diretto da Jean Vigo nel 1933, è il terzo lavoro della sua brevissima filmografia. Piccola grande rivolta di monelli, creature libere, loro, non ancora del tutto ammansite, proveranno a mostrare agli adulti come fare.
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