Ieri sera è capitato. Un'intera sala solo per me. Anzi, per me e Miloš Forman. All'"America", scendendo lungo la scala di sinistra, ho trovato il regista ceco solo soletto sul palco, sottobraccio una copia del suo "Gli amori di una bionda", del 1965. Sogno di ragazza, desiderio castrato di una generazione, di un paese. Occhi dolci e spasimanti tentennano, finendo sotto le grinfie di genitori in perenne ritardo, ecco la carezza novà di Forman e i "suoi".
"Io la amo tanto, io la amo tanto...E questo mio amore mi ha trasformato in un holligan!" canta la gioiosa filastrocca dei titoli di testa, il fascino dei quali annuncia già la bellezza che scorrerà sullo schermo.
Tocco leggero, magico, quello del primo e scalpitante Forman. Seguiremo Andula, dolce micia bionda dagli occhi famelici, sognante, ingenua e smarrita. Lungo il percorso, dialoghi che solleticano lo spirito, ripresi e interpretati con estrema naturalezza (da attori professionisti e non) e, a tratti, con raffinata poesia. Sequenze che affascinano (su tutte quella centrale della festa, con i pretendenti in gran difficoltà) e personaggi con cui si entra in immediata sintonia. Anche la figura del direttore di fabbrica, Cupido ufficialmente riconosciuto dalla comunità rosa di Zruc, risulta azzeccata, nonché complessa (padre affettuoso o padrone spietato?). Con alcuni "sfizi di camera" che per lo spettatore son chicche zuccherose, anche grazie alla colonna sonora scanzonata (trombette e fischiettii), la pellicola mantiene un'allegra atmosfera cui è difficile rimanere immuni. Quella del regista ceco è un pizzico sorridente, dato al suo popolo incatenato e succube; alla vecchia e nuova generazione, troppo distanti e distratte; a tutte le ragazze pronte all'amore. Nonostante la tiritera finale della madre vecchio stampo, apprensiva scocciatrice, i novanta giri d'orologio sono scorsi via leggeri sui sogni di questa "Cotillard dell'Est" che fu. Povera Andula, aveva bisogno anche di te la vostra radiosa e fulminea nová vlna, stagione nuova praghese.
Parentesi doverosa sull'andare al cinema, molto più che un film, nel bene, nel male: moltiplicando le possibilità, degli effetti, dei ricordi. Mai speso così bene 7€.
Konec.
(depa)
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