Secondo appuntamento col "maledetto razzismo" al "Mainasso", ieri sera. Elena sostituisce la Benny Mignox e il prof. Sini si esibisce in una delle sue fugaci capate. Mulinello di brezza fresca in Santa Maria in Passione, scatole di wokeria in mano, bella atmosfera, tutti pronti per il cinema assieme. Sullo schermo andrà "Indovina chi viene a cena?", commedia radical chic per borghesi di vedute aperte, diretta dallo statunitense Stanley Kramer nel 1967.
"Lento, lento..."
Il "Mainasso" di piazza Santa Maria in Passione continua a proporre film da vedere e capire tutti assieme. La "mini-rassegna" di 3 film, intitolata "Com'è profondo il mar", è dedicata al "maledetto razzismo". L'ensemble speciale, questa volta, è composto da me, la Benny Mignox (sua prima, e unica, storica cinerofumata) e il prof. Sini. Il primo appuntamento è con "Un'arida stagione bianca", diretto dalla regista martinicana Euzhan Palcy nel 1989. In pieno Apartheid, ennesimo racconto di idiozia umana, colpevole, senz'alibi. Dito puntato, come dice il ragazzo che introduce alla visione, contro i semplici e falsissimi "io non sono razzista ma...". Attenti, v'è scappato, ormai è fatta, sparatevi, via di qui. Eccolo, un sano e doveroso odio.
Sempre un occhio alla foresta...
Ci siamo. Il nuovo Cinerofum in salsa xeneize sta per ingranare la marcia. Ancora in trasferta, qualche giorno fa al "Sivori", dove in programmazione fu il "Macbeth" di Roman Polański, del 1971. Altra versione del grandioso capitolo shakespeariano sull'avidità dell'uomo, cancro incurabile che colpisce cuore e mente dell'uomo attirato dall'ipnotico luccichìo del potere. Sir, come il Cavalier Condorelli, o le maglie dell'ultimo "DiscoSamp in Savi": sempre un piacere.
Ribelli.
A Genova, come in altre città non ancora del tutto sopite, basta alzare lo sguardo lungo i muri per sapere cosa capita in giro. Un po' di tutto, per tutti i gusti. Venerdì scorso, presso il Mainasso, nella suggestiva piazzetta di Santa Maria in Passione (colpevolmente dimenticata per anni), è stato proiettato "Ribelli e fuorilegge - La cospirazione partigiana 1943-45"; io ed Elena ci siamo e l'atmosfera libera e decisa ci accoglie con piacere: col telo appeso proprio sui resti di una chiesa bombardata, quasi a mostrare come il processo sia inarrestabile, per quanto lento (oggi) e disordinato (ieri e oggi); processo naturale che non dev'essere perso di vista, quello della liberazione di tutto e tutti.
Ultimo mietitore per il grande raccolto
Infine, eccomi, con quasi 6 mesi di ritardo, a scrivere qualche impressione relativa all'ultimo film visto a Trieste quest'anno. Dopo il terribile corpo estraneo italo-polacco, il regista che nacque nella regione più remota della Croazia, nel 1971, forse è ancora disgustato e, vista l'ora tarda, ringrazia i pochi, ahimé, reduci: "Hello, grazie di essere venuti". "Il mietitore" (t.o. "Kosac") è proprio quello che ci voleva affinché, nonostante le tinte fosche e un senso di paura sapientemente rinfocolato, salutassi il festival friulano con umore meno cupo. Buon film, con pochi ingredienti di qualità e dosati con estrema cura.
Me no miss my country!
Ueilà cinerofumaicani, wah gwaan? Me deh yah… Ieri sera, in
sala Porty Hostel, finalmente una prima visione… Il suggerimento è arrivato
dall’amico “americano” via skype, la serata in ostello era tranquilla e così uanderina
e via… Alè!
“La Trattativa” (2014) di Sabina Guzzanti, proiettato in anteprima,
fuori concorso, alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di
Venezia, prova a far chiarezza sui legami tra Stato e mafia in Italia, cercando
di identificare la presunta trattativa che ci fu tra questi due elementi, circa
a metà degli anni ’90, per mettere fine alle stragi mafiose che terrorizzavano
il paese.
Pessimo Zanussi
Altra nota dolente del Trieste FF di quest'anno, forse la più agghiacciante. E con questo edificante biglietto da visita, fa il suo primo passo nel Cinerofum il regista polacco Krzysztof Zanussi, osannato in sala Tripcovich ("siamo orgogliosi di...un applauso per il "maestro"...), maledetto da me in terza/quarta fila, sulla sinistra. "Corpo estraneo" è qualcosa di imbarazzante.
Chiuso per Tutto
Ieri sera, come ai vecchi tempi, in solitaria verso una sala. Attraversando il mio quartiere, di nuovo, non male. Ai "Cappuccini" era in programmazione un film albanese, "Bota", diretto a quattro mani da Iris Elezi e Thomas Logoreci. Ci sono casi in cui ci si fida, di un'idea, di una parola (che sia il nome di un paese o il titolo di un film), di una locandina...spesso va male; questa pellicola appartiene all'altra, piccola, porzione. Recuperatelo perché ne sarà valsa la pena, dopotutto un buon film cos'è, se non un racconto semplice (orizzontale) ma profondo (verticale)?
Kakòi Borghesòi!
Sino a questo punto, per quanto visto (a parte qualche breve scivolata), il Trieste FF '15 è stato soddisfacente. Nelle prossime due recensioni, arriverà qualche dolore. Ricapitolando: mio secondo giorno di Trieste FF '15; il terzo film in programma è "A casa", una produzione greco-tedesca, diretta dal tessalonicese Athanasios Karanikolas, classe 1967. Tanta rabbia sociale da esprimere...ma l'urlo è sterile, piatto e demagogico.
Gassman alla pelota
Avantièri sera erano in ballo un po' di cose; tra musica animista coreana e film albanesi, però, hanno avuto la meglio Comencini, Gassman e Genova. Infatti, al Cineplex davano "La tratta delle bianche", cupa pellicola del 1952, in una Superba disperata e in macerie, pertanto io ed Elena abbiamo attraversato l'expò...
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