Anche questa sera, alla settima rassegna sul cinema israeliano, presentato all'"Oberdan", compare sullo schermo il connubio tra la terra attorno al monte Sion e l'oriente più lontano. Giappone, questa volta. "Una grande storia" ("A metter of size" nella traduzione internazionale) è un film del 2007, diretto a quattro mani da Sharon Maymon ed Erez Tadmor.
Carte giù: filmetto leggero e scorrevole, d'intrattenimento take away. Il faccione del protagonista, Herzl, introduce perfettamente al tenore che accompagnerà la visione, si riderà, riflettendo vagamente sul proprio corpo, ma non vi sarà dramma, né gli autori lo desiderarono (credo). Qui sta, almeno, la saggezza di questa pellicola (pervasa da quella nipponica), non s'azzarda, gioca basso e porta a casa qualche spicciolo. Potrete trovarvi due "fidanzatini" che puliscono una palestra, musichetta, scambi di sorrisi e dispetti simpatici (mancano Aldo e gli altri due comici), tutti pronti per una massa di sentimenti affettuosi gigante come i simpatici protagonisti (sala Merini in visibilio nell'osservarli girovagare per la città di Ramla). Ma sono momenti sapientemente accennati. Per il resto il film si limiterà a condurre lo spettatore lungo un canovaccio più che mai scontato, ma non per questo stomachevole. Complici le due figure femminili (la mamma graffiante ma sempre vicina e il nuovo inaspettato amore, dagli occhi più dolci del mondo), in particolare; ma tutti i personaggi sono azzeccati nel costruire un allegra combriccola con cui passare un'oretta e mezza.
Film per ragazzi, girato senza sbavature né picchi; se avete un nipotino...
(depa)
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