Altro Steven Spielberg, in sala Valéry. Complice "Iris" o canali simili, quasi sempre ad offrir cinema decente. Stavolta la serata è stata ancora più completa, con documentario prima e film dopo. Il fatto: durante le olimpiadi del 1972 a Monaco, il 5 settembre, un gruppo armato palestinese, legato all'organizzazione Settembre Nero, sequestra ed uccide 11 atleti israeliani. Da qui la vendetta del Mossad, alla chetichella come ogni servizio segreto che si rispetti, in giro per l'Europa. "Munich", del 2005, al di là della materia trattata (il soggetto rielabora un libro inchiesta): pessima scrittura, recitazione grezza, accozzaglia hollywoodiana davanti alla quale è una fatica arrivare in fondo alle quasi 3 ore. Strano per un maestro dell'entertainment.
Per la Ragion di Stato questo ed altro. Morti sui morti, nessuna remora. Maggiori, invece, le titubanze del Cinerofum vedendo questo film. Come già riportato, Elena ed io ci siamo annoiati parecchio. Brucia la sensazione di aver visto una macchina potente (mezzi) su di una litoranea da sogno (contenuti), andare a rilento, borbottare e fumare dal cofano. In una pellicola in cui, a quanto pare, il ricchissimo sfondato autore di Cincinnati, s'è spremuto ben bene le meningi per offrire un film super partes che, magari senza sbavature, narrasse la complessa e criminosa vicenda. L'insuccesso è totale, grazie pure a qualche astuzia narrativa di troppo (colpa del documentario pre-visione?). Sullo schermo un polpettone con ingredienti ammassati e condito con vacui flavour. Confusione alle stelle, in effetti non così distante da quella mostrata dai sapienti capi di stato nel frangente narrato, sigillata da un orgasmico finale, tremendo, che spruzza acqua o altro da tutte le parti.
Non riesco a definirlo altrimenti che un film brutto, sintomatico dell'inesorabile calando della vena artistica di Spielberg, nonché, lui che se ne ritiene il maggior rappresentante, di quella Hollywood ormai persa tra supereroi e cagate varie.
(depa)
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