Ieri sera Elena ed io a misurare l'ultimo film della figlia d'arte Sofia Coppola. Vincitore del premio per la migliore regia al Festival di Cannes 2017, "L'inganno" mostra la cura della regista statunitense riposta nell'effetto visivo, con costumi e scenografia dell'epoca della guerra secessione americana perfetti, con giochi di luce e ombra ben incorniciati da inquadrature merlettate. Può bastare? Forse sì, per un premio di questo tipo sicuramente (non ho conosciuto gli avversari); ma non solo. Senza voler essere troppo severi, se la Coppola continua a pigiare sugli stessi tasti (pulsioni latenti, istinti repressi su uno scenario bello sino all'alienante), è perché il suo cinema piace. Ed in effetti poteva andare peggio...
Ci siamo diretti al "Sivori" proprio perché, a prescindere dai gusti individuali, va riconosciuta alla regista una ricerca stilistica, magari non deflagrante tra le altre di altri, se vogliamo un po' affettata (sicuramente borghese), ma sicuramente lontano dal cinema "pronto da vedere" che incombe su sale e, a fortiori, multisale.
Visto il film, ci siamo guardati: "niente di nuovo" (in particolare per lei, ok, ma è un'aggravante un po' snob; come scritto altrove, in realtà spesso cerchiamo proprio autori che ci facciano andare sul sicuro), "ben confezionato", "ben recitato".
Senza attribuire alcuna valenza ai nostri umili giudizi: sul piano visivo direi che questo ultimo lavoro della Coppola è apprezzabile, con una scelta volutamente classica che ricade su molti aspetti (tra cui il titolo iniziale); su quello del contenuto (senza che ad alcuno interessi il paragone con il film del 1971 da cui la stessa Coppola prende le distanze, negando il "remake"), la vicenda si fa seguire. Con qualche passaggio affrettato, come il "ti amo" o quello del "sai che tu sei la mia preferita", elementi che comunque possono essere inscritti nell'ambiguità della figura e, soprattutto, delle intenzioni del soldato, ciò nonostante il film tiene l'attenzione alta, in maniera leggera, senza calcare, grazie anche ad un cast decente (chi se ne frega se ci sono delle "morte" sulla scena! Dubito vi fossero delle hipster incallite a quell'epoca...). Va anche detto che queste accelerazioni le hanno sempre compiute anche i più grandi della "Settima".
Hai voglia ad infastidirsi, "c'ha rotto, ha stufato"....Questa regista ha girato cinque o sei film (in quasi vent'anni). Forse qualcuno s'è accorto troppo tardi dell'ingombranza di quel cognome (anche se non accuserei la regista di "sguazzarci").
Questo è il suo stile, la sua arte. Arriva lì, se vi piace bene, altrimenti, andiamo a vedere altro, vengo pure io!
(depa
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