Candidamente Togna


La Sala Valéry, ieri sera, si è riappropriata della Commedia Italiana. Lo ha fatto grazie, al Cinerofum, suo compagno stabile da ormai due anni, ed all'amore di questi per Ugo Tognazzi. Sentimento che gli ha portato tra le mani "Il mantenuto", pellicola diretta e interpretata, nel 1961, dal grande attore cremonese. Regista, perché no, vista la capacità di orchestrare una commedia con tutti i crismi: ritmo, ironia e intelligenza?

In effetti, se qualcuno non griderà al miracolo (cosa che non mi permetto neppure io), altresì dovrà riconoscere la compattezza  e la maturità di questo esordio di Tognazzi dietro la m.d.p.. Ironico e cosciente già nel ricercato incipit, dove si dimostra che la realtà è sempre più complessa (oltre, ancora una volta, la bellezza delle gambe delle donne). Commedia coi fiocchi, che riesce a divertire, senza tocchi banali o scurrili, bensì con tono spigliato ma attento (doveroso trattandosi dello scottante tema della prostituzione). Trama vorticosa, in discesa libera, poi slalom, sostenuta da un gran tourbillon di bellezze internazionali (a fiorentina Ilaria Occhini, la norvegese Margrete Robsahm, che Tognazzi qui conobbe, corteggiò e, in seguito, sposò, più varie apparizioni celesti) e situazioni tutte italiane. Seguire le vicissitudini dello sfortunato e ingenuo "polentone", in una Roma splendente di giorno e ancor più affascinante col buio, è un regalo di cui siamo ben grati ad Ugo Tognazzi. Grandissimo finale con sclerata d'annata.
(depa

Nessun commento:

Posta un commento