Ciao appassionati di cinema, mi accingo a scrivere di un film che mi hanno menzionato due compagni di scorribande mantovani. Insieme a "Requiem for a dream" potrebbe appartenere al filone "robba" o "tossico" o come volete voi. In questi film non si mostrano famiglie in crisi, nè rincorse a carriere o a preziosi manufatti...
"Amore tossico" di Claudio Caligari, 1983.
Duro, è un film davvero secco, "rude", angosciante, sa di ferro e sangue, ha la consistenza del sangue rappreso...(il Pulp che poi arriverà).
E' un film molto toccante, non strappalacrime, ma che arriva dritto al bersaglio, su su per le vene blu a salire e le vene rosse a scendere, accolto dalle nostre cervicali spaventate."Amore tossico" di Claudio Caligari, 1983.
Duro, è un film davvero secco, "rude", angosciante, sa di ferro e sangue, ha la consistenza del sangue rappreso...(il Pulp che poi arriverà).
Il regista, che, dopo tre documentari sempre sul tema della tossicodipendenza, firma questo suo primo lungometraggio (nei 20 anni successivi ne farà altri due), è abilissimo a rendere il vuoto girare, il (soprav)vivere senza senso, la dispersione di patrimoni che i ragazzi annullati dall'eroina non sanno di perpetuare. E' angosciante quanto vera la solitudine e l'assenza di stimoli che, a braccetto con la canicola ostiense, attanaglia e reprime tutta una generazione di dispersi, di giovani che hanno "svoltato" (unica differenza dagli "altri") in quella maledetta curva.
Attori non professionisti, anzi, tossici D.O.C (quasi tutti deceduti anni fa), che fanno saltare alla mente gli sbandati pasoliniani, il regista lo sa e immortala la scena più cruda del film sotto il monumento eretto al grande regista bolognese (anche Moretti, nel suo diario, ci passò sconsolato ma con ben altri ritmi e scopi).
Ci sarebbe da scrivere di questi temi per ore, qui viene voglia di citare alcune scene che si arrampicano nella mia classifica personale:
- la scena alla stazione in cui Cesare e l'amico-trans vanno a burlarsi delle suore missionarie, ironia e voglia di infrangere schematismi artificiali.
- la fuga finale di Cesare verso la morte, non è un'idea nuova ma è realizzata in maniera molto tragica.
- quando Cesare ha pensieri omicidi nella camera da letto della amica (compagna?), che mi ha fatto tirare su le gambe sul divano.
Grande Caligari, peccato per la piccola produzione, ma sì, "forse ma forse ma sì"....
(depa)
(depa)
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RispondiEliminaGuardando questo film ho camminato per le strade al fianco di Cesare e i suoi amici, "a rota" come loro, perche' arriva forte quel senso di oppressione che i tossici vivono, alla ricerca costante e perenne della stessa cosa, solo "per stacce", non piu' per una vera e propria forma di piacere, solo perche' la vita ormai e' quella: alzarsi la mattina (o la notte!) e avere bisogno di una cosa sola, una rob(b)a da ottenere a tutti i costi, anche attraverso azioni pericolose e infami, e sapendo che comunque non basta mai.
RispondiEliminaMa arriva anche l'emozione dell'amore, l'amore tra i due protagonisti, amanti e complici, cresciuti assieme col mito del non lontano '68, hanno preso insieme anche la strada piu' sbagliata che quel periodo ha involontariamente creato (o forse l'ha creata volontariamente l'altra parte..??), quella che conduce nel vicolo cieco della dipendenza.
Vero, grande Caligari!
Che dici depa, guardiamo anche gli altri due?