"Tempi Moderni" di Charlie Chaplin, 1936.
Uscito ben 15 anni dopo "Il Monello", questo film assume sempre più le sembianze dell'oracolo, ma Delfi qui non c'entra: qui abbiamo a che fare con un artista a tutto tondo, che muove gli ingranaggi della propria testa, senza rimanervici incastrato. Chaplin riflette e mette su video le proprie intuizioni; che siano farina del suo sacco, o frutto di letture di alcune pubblicazioni socialiste ed operaie, non è rilevante. Buttando sulla pellicola fornisce già una propria rielaborazione, una nuova interpretazione. Ed il risultato che ci consegna è un'analisi esatta quanto cinica.
D'altronde Charlie, artista puro, ha sempre negato di essere un comunista. Forse però, davanti a quella domanda insistente, pensava "Ma scusate, ma c'è bisogno di essere comunista per capire tutto ciò?"
Unendo questo film a "Il Monello", si riesce a farsi un'idea di quello che fu un personaggio tutto da scoprire: un tizio che, solo con la madre (mezza pazza) ed il fratello di 4 anni più grande sin da piccolo, ha fatto la fame per una quindicina d'anni, facendo la gavetta in spettacoli circensi, teatrali, seguendo compagnie in giro per l'Europa (e USA). Imponendosi nel cinema muto con la propria mimica, ma anche con musica e soggetto propri. Arrivando a guadagnare come nessun attore prima di lui. Negli anni d'oro della sua carriera non asseconda cose del tipo "Fight Club", "Casinò", "Ocean Eleven" o "The mask", ma ribadisce i propri "Tempi moderni", "L'età dell'oro", "Il grande dittatore" e "Le luci della ribalta"; con tutto ciò che contengono e buttano in faccia al pubblico. Quando i grandi e potenti stati giocano con lui, lui sbatte la porta e se ne va...
Questo film è un'opera completa di un uomo con sensibilità critica ed artistica somme.
Guardiamo "Tempi Moderni", e proviamo a compiere quella grande operazione che è il CONFRONTO.
Con il mondo del lavoro di oggi, con la società attuale; chissà se riusciremo ancora a dire "quello è molto moderno" o "ai miei tempi"...
(depa)
Questo film è un'opera completa di un uomo con sensibilità critica ed artistica somme.
Guardiamo "Tempi Moderni", e proviamo a compiere quella grande operazione che è il CONFRONTO.
Con il mondo del lavoro di oggi, con la società attuale; chissà se riusciremo ancora a dire "quello è molto moderno" o "ai miei tempi"...
(depa)
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