Un Kitano alla settimana e la Settima richiama. Sì, nel senso che, se una pellicola di Takeshi Kitano può riconciliare col cinema anni '90 (non certo la Golden Age cinematografica), può farlo con quasi tutta la produzione in pellicola. A proposito di celluloide, lunedì scorso è stata la volta della bobina con sopra scritto "みんな やってるか!"...film scrittodirettomontato nel 1994 dal regista tokyota classe '47 (compleanno settimana scorsa, auguri a lui). Una sorta di divertissmhayko! in odor di demens (nel senso latino), che fa ridere e leggere, qui e là, come in una parodia che sia tale, una bonaria critica alla società del consumo (machismo e lusso). Ah, scusate, s'intitola "Getting Any?" (i sottotitoli suggeriscono "Lo fanno tutti?").
"Polizia di Miami - Sezione Speciale" inizia così questo pazzo film, con un errore, e dopo una bellissima sequenza di sesso in macchina, il protagonista, Asao, inizierà la sua rivoluzione pussymobilistica. Asao ha un'espressione astuta che la dice lunga sulle sue sessomacchinazioni e sui risultati ottenuti. Ciò nonostante, anzi, proprio perciò, ringraziamo tutti l'ottimo Iizuka Minoru (nomen...): perché le espressioni facciali che ci ha regalato sono preziose. Ovviamente non è stato l'unico, vedere ad esempio la mimica del capo della Yakuza (dal suo ingresso in scena, alla sua fine).
Insomma gag slaplstick e situazioni surreali a ruota libera, uscite dalla mente del Padrone del Castello Takeshi, uno dei giudici di Mai dire Banzai, e ho detto tutto.
Sentendo dei "trash" per la sala, a fine visione, mi son chiesto quanto il film fosse associabile a tale genere. Per alcune caratteristiche direi di sì (per esempio il basso costo, basti vedere alcuni effetti speciali), ma per altre meglio lasciar perdere. "Vogliamo mangiare carne di balena!". Uno, perché dietro la macchina c'è un autore provocatorio e scanzonato quanto si vuole, ma altresì padrone del mezzo cinematografico sia in ambito contenutistico sia figurativo. Due, perché in questa pellicola è consapevole e dichiarata la parodia di alcuni luoghi comuni, come la teatralità degli ambienti della grande criminalità organizzata o per esempio, il bieco utilizzo dei corpi femminili in ambito commerciale (non solo pubblicitario).
Scene folli, quindi, dove l'assurdità può qua e là instillare un dubbio. Come dire...ridiamo pure, tanto finirà tutto in m...(ma tanta).
(depa)
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