Volendo assaggiare ancora un sorso del "Rosso Corman" che ci venne offerto mesi fa da Max e i "suoi" dell'"Altrove", ieri sera ho stappato "La piccola bottega degli orrori", prodotto e imbottigliato da Roger Corman nel 1960. Nettare leggero, un giochino a basso costo, a ricordare che, almeno un tempo, il cinema lo facevano gli artigiani, senza fronzoli, con molta inventiva e praticità e, soprattutto, ironia.
Ci si mette ben poco a capire che non è il caso di fare i difficili. Il tono scanzonato (grottesco?), spinge a sforzare l'orecchio, a ricercare le risate fuori campo; le gag in odor di slapstick, danno al film una veste un po' logora, con vent'anni di più. Le musichette da luna park non fanno certo da contrappunto e manifestano l'assenza di pretese. Ciò nonostante, ecco la sorpresa portata in sala Valéry dal regista novantunenne, il clima fumettistico, se vogliamo: per ragazzi, lontano dall'apparente realismo inseguito nelle sale cinematografiche horror di allora e che, evidentemente, scatenarono l'ironia dell'autore, ci si accorge che, alla fine della fiera, abbiam voluto vedere come andasse a finire. Se si riesce a sintonizzarsi con la leggerezza della pellicola, può trascorrere un'ora piacevole; certo, come scritto, bisogna stare al gioco. Seymour & Audrey coppia magica. Jack Nicholson era già pazzo.
(depa)
Filmettino scanzonato e piacevole. All'inizio mi e' sembrato avesse una impostazione un po' teatrale, poi e' scivolato piu' sulla "sit com", ma comunque sia apprezzabile, e anche in me e' salita la curiosita' di sapere come andasse a finire.
RispondiEliminaImpossibile non fermare la "proiezione" per andare a controllare su internet se fosse lui: era proprio lui! Un giovanissimo Jack Nicholson (23 anni), in una delle sue prime apparizione cinematografiche e assolutamente, come scrive depa, gia' pazzo da legare!