4 mesi 3 settimane 2 giorni

Incontro XIV:
Ieri sera in sala Sbargioff, davanti a brandelli della squadra, filone "Tempi Moderni" con "Quattro mesi, tre settimane e due giorni", film datato 2007, del regista rumeno Cristian Mungiu.
Complimenti al Tigre per la scelta, è un bel prodotto e mi fa capire che sei entrato perfettamente nel clima Cinerofum. Questo Mungiu, che non conoscevo, con la cinepresa ci sa fare. Gioca con i piani sequenza da esperto. Come fa notare il Taigher, rinuncia alla colonna sonora, affidandone il ruolo ai suoni lontani di un ambiente buio e decadente di una Bucarest di periferia. Quindi è un coraggioso nelle scelte strutturali e non solo in quelle contenutistiche: il minuscolo feto piazzato nudo e crudo davanti allo spettatore, tra l'altro è una mossa riuscita. Non ha le sembianze del colpo d'effetto, che vuole scioccare gratuitamente, anzi è annunciato, e mostra solo l'impotenza di...no, mostra il sostantivo impotenza.
Il film tratta di un problema complesso, ma credo che il suo intento, appunto, sia di esporre una storia topica in quel paese in quel momento, probabilmente comune ad altri luoghi e altri tempi (...ma già questa è una considerazione aggiuntiva, un di più), e lo RACCONTA con occhio nuovo e chiaro.
Sottotitolo "Cruditè".
Vorrei vedere altri suoi film come "Racconti dell'età dell'oro".
(Depa)

2 commenti:

  1. Come al solito Depa ha colpito nel segno individuando il punto centrale del film. Il regista ha puntato tutto sul crudo. Anche il fatto che non vi è alcuna colonna sonora è un segnale di estrama cocretezza nel racconto. Non è che nella vita di tutti i giorni siamo accompagnati da musica... se la vuoi devi fare una playlist. è un film molto ben fatto che si merita tutta la palma d'oro vinta. Piani sequenza lunghissimi e inquadradure mantenute fino all' OOOOO gli conferiscono gli aggettivi pienamente riuscito. Talmente ben riuscito da poter azzardare un paragone con Fasbinder di La paura mangia l'anima.
    Dimenticavo.
    Un altro aspetto che secondo me segna la qualità è la tempistica del film: tutto quello raccontato si svolge in quattro/cinque ore. Non è semplice fare un film per raccontare una storia cos' breve.
    Al dente.

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  2. Di questo film io voglio sottolineare la figura della ragazza svampita.
    Come essa sia in primis e più di ogni altra cosa, più di tutta la crudeltà e la miseria (in senso assoluto) messa su schermo dal regista la linfa disarmante che esalta la crudezza di tutto il film.
    E dato che devo atteggiarmi col Depa per l'esperienza rumena che io celo e a lui manca, non è una figura esasperata fine a sè stessa ma una figura estrema esemplificativa di un mondo solo e disperato, talmente abituato al "male" da ignorare i perchè, le conseguenze proprie o altrui, subite o date.
    Un mondo così profondamente incolpevole, da lasciarci disarmati di speranza e vigore etico.
    Bals per me è stata un'esperienza che ha quadruplicato in una settimana il numero di carezze e baci scambiati in tutta la vita, che li erano merce di una quotazione altissima, in mezzo a un mare di sofferenza percorso da correnti improvvise di violenza, in una parola: abbandono.

    P.S.
    "Racconti dell'età dell'oro"
    che ho visto in rassegna non è di Mungiu, ma "anche di", dato che è una storia a racconti di 5 autori romeni...
    2 riuscitissimi, gli altri forse non pienamente, comunque si consigliato.

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