Paranoia al collo

Lunedì scorso, alla sera: "Altrove". A chiudere la mini-rassegna dedicata a Carl Theodor Dreyer, gli altri tre in programmazione già visti e recensiti, è in programma "Vampyr" del 1932. "Basato su 'Camilla' di Sheridan Le Fanu, è il primo film sonoro del regista danese, col quale questi sperò di smarcarsi dall'etichetta di regista del sacro". Tutte informazioni reperibili sul prezioso Wiki e prontamente ripetute dalla curatrice nel pre-visione. Ciò che non è stato anticipato, invece, è l'aspetto innovativo di questa pellicola, grazie alla scalpitante energia riverberata dall'allora quarantacinquenne Dreyer.

"In questa produzione franco-tedesca un horror a mo' di Dreyer forse s'avverte il rodaggio nella recitazione degli attori" (sempre lei...). Innegabile: si era proprio in quella fase. Ma, più che poveri attori attardatisi, questa pellicola racconterà dell'entusiasmo dell'autore nel ritrovarsi nel cupa, sì, ma pur sempre fantastica sfera dell'orrorifico. Non sarà il sonoro il giocattolo su cui si avventerà Dreyer bensì, a tutto tondo, il mezzo cinematografico, trattato con meno "pudore" che nei suoi più celebri (sublimi gli scatti repentini della m.d.p.). Nessun abuso di immagini forti, comunque: si gioca tutto sulla tenebra.
I volteggi della m.d.p., disinvolti e accattivanti, sono scanditi dal montaggio emozionale, terrifico, del regista, con palleggi di contrappunti a gonfiare la tensione (la prima sequenza con l'arrivo alla locanda e il barcaiolo, o l'ultima ritmata allo stesso modo, con la trafissione della vecchia vampira e la fuga dei protagonisti verso un Eden ricolmo di luce).
La suggestiva e poetica sequenza delle ombre è solo una delle creazioni di questo "giovincello" incredulo di essere a svariate miglia dal primo e minimo dubbio religioso.
Una straordinaria morte in diretta (anzi, in primissimo piano), anticiperà un'altra celebre dipartita (anche se onirica), cioè quella del protagonista ripresa in soggettiva: dalla bara alla tomba, passando per il portone della chiesa, sino campo santo. Sequenze che si ricordano.
Gran cuore in questo film, sorprendente per il Dreyer boreale.
(depa

Nessun commento:

Posta un commento