Dopo la gratificante pausa tra Cayo Jutías e Playa Ancón è stato un rientro coi giusti tempi quello offerto ieri dai ragazzi dell'"Altrove". Ieri sera un Alfred Hitchcock di transizione con accompagnamento musicale. "Ricatto" (t.o. "Blackmail"), del 1929, unisce idealmente e concretamente il cinema pre e post sonoro del regista londinese e racchiude già, confermando ed annunciando, gli elementi ricorrenti della sua stilistica.
La Cineteca di Bologna fornisce la bobina priva di sonoro, pertanto Osbourne Cox (?), un ragazzo con la coda, musica. Sì perché di questo film, capitato proprio a cavallo del grande salto tra le note e le voci, per coprire tutte le sale (capaci e non...ancora), furono realizzate due versioni. Se il suono approntato per la seconda da Sir & Co. deve pur aver raggiunto effetti che ingolosiscono, quella muta forse ha il vantaggio di evidenziare ancor più le sorprendenti doti artistica del regista, la sua abilità di artigiano del mezzo cinematografico. Dissolvenze belle quanto efficaci, inquadrature geniali e coinvolgenti (soggettive varie), ottima disposizione e copertura dello spazio sul proscenio, in vista di fughe, rincorse, occultamenti, capacità di sintesi formidabile (l'incipit nel quartiere popolare) e piena consapevolezza di rimandi simbolismi (il quadro, lo specchio, il monumento al "British"...); infine una scrittura ben curata, che lascia allo spettatore lo stretto necessario a perdersi un pochino, per trovarsi ormai...intrappolato.
Gli occhi spiritati e i gesti affettati dei tre protagonisti, infine, passano il testimone tra il primo espressionismo europeo e la disinvolta recitazione che verrà. Per tutti questi fattori, utili a sondare l'arte di "Hitch", al suo ultimo muto e primo sonoro insieme, il Cinerofum consiglia.
(depa)
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