Sempre "Altrove", ancora "Hitch". Lunedì scorso il Lord del Brivido è transitato per i caruggi di Genova con un numero di prestigio dei suoi. La sfida al pubblico è classica: il colpevole c'è, le vittime, il movente e l'arma si vedranno...eppure il treno d'immagini sullo schermo avvince come il più oscuro dei misteri. Merito di chi del ritmo dell'attesa conosce anche i più nascosti e determinanti passaggi. "L'ombra del dubbio", diretto da Alfred Hitchcock nel 1943, è un bluff criminoso in famiglia, perciò doloroso, perciò incredibile.
Un'altra pellicola così curata da coinvolgere. Sin dalle prime sequenze si pondera ogni inquadratura, ogni stacco (l'immediato e sinistro primo piano sulla carcassa d'automobile, con la città sfavillante sullo sfondo). Trattandosi di un film di Sir "Hitch" non resta che cogliere e godere del fascino dei suoi sottili rebus meta-cinematografici. "State bluffando! Non avete niente contro di me!", è una delle prime frasi di Mr. Oakley, il tremendo protagonista. Poi la mano passa a lui, che risponderà con lo stesso gioco, portando avanti lo sdoppiamento di sé necessario a questa tattica.
La regia non può che collaborare con quanto detto, essendo il suo stesso obiettivo. Ed ecco che, accanto alla sceneggiatura ben architettata, si sovrappone la somma arte del regista londinese: il movimento macchina nello scompartimento del treno (con un sospetto angolo "buio"), o lo stacco sul primissimo piano degli "scagnozzi del questionario" in attesa...o lo spostamento verticale verso l'alto, dopo la lettura di Charlie in biblioteca (che pare soccombere ad un'entità alta); o, ancora, la sinistra inquadratura dalle scale d'ingresso della biblioteca verso la strada in basso...sono solo alcune estrazioni casuali di cifre straordinarie.
Il regista pare essersi particolarmente divertito coi doppi e i contrasti (geniale l'immagine del "neo" assassino col fratellino in spalle). D'altronde, "dov'è il divertimento nell'uccidere con una bastonata?!", ammonisce con un comandamento di A.H.. Allora bluff su bluff; e la scala di picche sarà completa. Lasciandoci, ancora una volta, con un dubbioso sospetto.
Infine, anche una stoccata all'ipocrisia ormai endemica della nostra società (mezzi d'informazione, istituzioni, vicini, amici e parenti), per la quale pure un serial killer con problemi di mente possa apparire "gentile, coraggioso, generoso...". Povero Alfred, sapesse quanta strada ha fatto nostra madre ipocrisia...a governare il mondo (al soldo del soldo, sia ben chiaro).
(depa
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