Pensieri LXVIII:
In sala Uander il cinerofum è curioso e si stringe davanti allo schermo. Un anno e mezzo fa aveva iniziato un discorso e adesso vuole aggiungervi un capitolo. Dopo i "nani" di Herzog, ecco il film da cui tutto cominciò: nel 1932, il regista (allora cinquantenne) Tod Browning realizzò "Freaks", vero e proprio film-culto per il quale la scelta della voce "genere" risulta più difficile che mai.
In sala Uander il cinerofum è curioso e si stringe davanti allo schermo. Un anno e mezzo fa aveva iniziato un discorso e adesso vuole aggiungervi un capitolo. Dopo i "nani" di Herzog, ecco il film da cui tutto cominciò: nel 1932, il regista (allora cinquantenne) Tod Browning realizzò "Freaks", vero e proprio film-culto per il quale la scelta della voce "genere" risulta più difficile che mai.
Una ventina d'anni di "muto" (con D.W. Griffith come supervisore), poi Bela Lugosi primo, storico, "sanguisuga" della Transilvania; quindi, memore delle avventure adolescenziali lontane da bowling e college, ma vissute tra trapezisti e donne cannone, Browning decide di fare il botto. Credo sapesse a cosa andava incontro. Realizza un film "maledetto" (chissà perché poi) in cui chiama a raduno persone "strane", con peculiarità da mostrare. Non sarà stato difficile, per lui "del giro", reperire tutto il cast: i fratelli nani Earles della tedesca "Doll Family"; le gemelle siamesi inglesi Hilton; l'"uomo bruco" Price Randian che sa rollarsi le siga senza braccia e gambe, e che non perse mai l'umorismo; l'austriaca Josephine Joseph, metà donna, metà uomo; l'americano Johnny Eck (il "Johnny Freaks" che disegna murales su Dylan Dog, la Ele lo può testimoniare) a cui mancano le gambe, "una bambola rotta!" disse un'anziana alla sua nascita; e molti altri grandi protagonisti di un film che lascia a bocca aperta. Premesso che dell'ora e mezza originale, dopo un vero e proprio origami di celluloide, rimase solo un'oretta, ciò che rimane è un film forte, in cui i difetti morali dell'uomo mettono in secondo piano quelli, presunti, del suo corpo. "I veri mostri sono i normali"? Si e no. Browning sembra più che altro metterci in guardia con un "Occhio a fare distinzioni alcune". Il sadismo, l'odio e la vendetta sono disseminati qua e là in maniera omogenea. Mai prendere sottogamba l'animo umano, o farci troppo affidamento. Comunque, ognuno potrà trarre le proprie riflessioni; rimane un film dall'alto ritmo, dalla storia accattivante, con alcune scene ormai nella leggenda: la corsa finale dei "Freaks" alla vendetta di Cleopatra e Bruto (la navigata moscovita Olga Baclanova e l'americano Wallace Ford, all'esordio) è, con la notte infangata ed illuminata ad intermittenza dai lampi, una delle più terrificanti di sempre. Il matrimonio tra il piccolo Hans e la bella trapezista è una rissa di emozioni: ci sono umorismo e pugni nello stomaco, amore sincero e traditore. Per non parlare degli ultimissimi scioccanti fotogrammi...
Cosa costa la gloria (e postuma, pure!): Browning emarginato a tal punto che una rivista ne pubblicò l'erronea scomparsa, che lui smentì dopo una decina d'anni...
Ne guardiamo un altro di questo genio?
(depa)
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