
La Spaak, nei panni dell'irritante quanto accattivante ed immaginaria Francesca, nello stesso anno, sfodera due film che un cinefilo deve aver visto (il secondo è un certo "Il sorpasso"...): complimenti; Ugo Tognazzi causa espressioni increduli in chi non lo conosce bene, eccezionale. Credibili, invece, i goffi tentativi di restare appeso ad anni volati via, ed appassionante il progredire del suo sentimento verso il baratro della figuraccia, del patetico. Patetico umanissimo. Salce, al suo quarto film (13 anni prima di "Fantozzi" e 20 di "Vieni avanti cretino") riesce a manetenere per tutti i 110 minuti un ritmo elevatissimo, nessuna scena debole: ci pensa l'amarezza dell'imbarazzo dei gesti del protagonista, o la rabbia che deriva dagli atteggiamenti crudeli quanto sciocchi della protagonista (e della sua odiosissima combriccola, non entrano in case a torturare kubrickianamente, ma quanto a cinico sadismo...), o i divertentissimi momenti immaginari in cui il Tognazzi si lascia andare...tant'è quella baracca sul mare non la si dimentica tanto facilmente; in questo, credo, regista, sceneggiatori e attori tutti hanno colpito nel segno, si passano due ore in un altro mondo, fatto di bagni passati, di pezzi anni '60 (la scena in cui i volti dei ragazzi si accarezzano sulle note di "Sassi" di Gino Paoli è una carezza), di compagnie borghesotte vuote, vanitose e vomitevoli.
Davvero bello.
(depa)
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