Ieri sera sono ritornato nella bella sala allestita dai ragazzi della "Pellicceria Occupata". In programma è l'ultimo film della mini rassegna "Folk horror" ("Oltre il velo di maya, la mostruosità divina della natura"): "La pelle di satana" è un film inglese del 1971, diretto da Piers Haggard; in esso gli autori paiono aver inseguito, più che originalità o effetto a sorpresa, il rigoroso rispetto di tutti i canoni del genere.
Come la dettagliata voce di un'ipotetica enciclopedia satanica (in questo caso potrebbe intitolarsi "Possessioni" o "Contaminazioni - Effetti"), il film pare prendersi davvero sul serio. Quindi scordatevi giochi d'illusione o rivelazioni schiarenti. Satana c'è e s'aggira proprio qui, nel villaggio. I segni sono chiari e chi diffida rischierà di più. Qui non si tratta di credere o no, ma di decidere chi chiamare in aiuto.
Il film inizia e la sensazione che qualcosa di sinistro sia nell'aria mi coglie subito. La fotografia grigio verdina della campagna british del XVIII secolo, assieme alle musiche e ai motivetti assillanti, partecipa dell'atmosfera austera e demoniaca della pellicola. Il racconto avanza piuttosto piatto, raccontando senza entusiasmo i sinistri eventi che disturbano la quiete del laborioso villaggio.
Insomma, non è certo un film che consiglierei per ritmo ed intreccio, ma per un appassionato potrebbe rappresentare un tassello da collezionare.
Grazie ai compagni di Pellicceria Occupata per la piacevole serata (compresa la chiacchera post visione).
(depa)
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