Film d'amore e d'anarchia

Libere VXVII:
In sala Blauzer, siamo quasi i soliti: Albert Monzy, Depa, Doris, Elena e Tigre. Quest'ultimo, la cui infallibilità in fase propositiva è ormai studiata dagli statistici di tutto il mondo (giapponesi in primis), sfodera ancora una volta un film da brividi (no, non siamo nella "calda" sala Sbargioff...). Alcuni vibrano per la storia raccontata abilmente, altri per quel qualcosa che il film accarezza in maniera sensibile, forse un ideale. Cerchiamo un posto, tra i molti divani della sala, per la regista romana Lina Wertmüller: -Cinerofum: "Salve, prego si accomodi", -Lina: "Ueila, com'è? Che film avete scelto?", -C: "Mah...avevamo pensato ad un suo film del 1973: "Film d'amore e d'anarchia, ovvero: stamattina alle 10 in via Dei Fiori, nella nota casa di tolleranza"". Alla fine del titolo, di Lina non c'è più traccia...

Extra:...il lavoro mobilita l'uomo.

Ciao 'rofum. Ieri sera io ed Elena siamo riusciti a chiacciare una zanzarina che ci ronzava intorno da qualche mese...tra "dati inutilizzabili" e cambi repentini, questo "Il vangelo secondo Precario" del 29enne Stefano Obino (del 2005) non voleva proprio finire sullo schermo della vostra sala preferita (ammettetelo...). Da dove cominciamo? Ah sì, il titolo del post è presa dal film. Il film, ecco: uhm, difficile essere molto cattivo con una produzione "dal basso"...

La notte

Fantasia LXVI:
In sala Uander, qualche settimana fa, abbiamo tardivamente riparato ad una gaffe durata più di settanta incontri. Però l'abbiamo fatto col botto, con sì qualche sbadiglio e qualche espressione perlessa, ma questo film è di quelli che devono essere pensati, perlustrati, magari sì, proprio "La notte" seguente la proiezione; io, i due Albert, Elena e il Tigre, tutti in piedi per il ferrarese Michelangelo Antonioni. 1961. 

Extra: le biciclette di De Sica

Antonio e Bruno Ricci camminano in sala Uander. Sciarpino intorno al collo su camminata ondeggiante. Io ed Elena guardiamo questo film tutto d'un fiato, niente pause, solo il respiro. Alla fine, quando padre e figlio tornano mano nella mano in direzione di casa, in sala manca l'ossigeno. Ma non sono stato io. E' tutta colpa e grazia di "Ladri di biclette", del 1948, made in Vittorio De Sica. Sciroppo amaro di neorealismo italiano...

Extra: tre volte Maestro Mario

Ciao a tutti, la scorsa settimana qualcuno mi segnalò un'iniziativa dello "Gnomo", qui a Milano, in cui si concedeva al Maestro Mario Monicelli un piccolo tributo. Imbarazzante che non si riesca a fare di più di una tre giorni composta da 5 film, quasi meglio niente, ma vabbè, dal lato nostro glielo dobbiamo, quindi m'incammino verso Sant Ambrogio...