Extra: C'era una volta Sergio...(e Claudia in fiore!)

Ciao Cinerofum. Ci sono ricascato: a pochi giorni dai 162 minuti di "Giù la testa", non ne ho avuto abbastanza e, alle 22.30, decido di affrontare i 175 di "C'era una volta il West". Sergio Leone, sempre lui. 1968. Il regista romano continua a lasciare il segno nel mio personalissimo score cinematografico.
Che film! Epica del fantastico mondo del West, raccontata in maniera originale dalla cinepresa di Leone, dalla musica di Morricone, dal soggetto scritto a tre mani da Leone-Bertolucci-Argento, dall'abilità degli attori (e dalla bellezza annebbiante di Claudia Cardinale), da una fotografia e una scenografia curate e mozzafiato.
Consiglio vivamente a tutti la visione di questo film, senza farsi impaurire dalla durata: le tre ore non le ho minimamente sofferte (ed ho finito tardi...). Anzi, qui, semmai, il problema è un altro: riuscire a prendere sonno nei momenti successivi la visione del film. Non scherzo, troppo grande l'emozione, troppo rapido il batticuore, quando negli occhi si ha ancora questa pura avventura, questo succo d'emozioni.
Come si fa a dire che il film è troppo lento? Questo, suppongo, è il cinema di Leone; non sono tempi morti, i primi piani tirati nel tempo come pasta fresca della nonna sono funzionali al racconto, alla descrizione dei personaggi e della loro epopea. Se Tarantino "fa lo spiritoso" mostrandoci per trenta secondi lo sguardo di un cinese dall'espressione un po' ambigua, o decine di corpi dilaniati al ralenti, tutti ad osannare il regista di Knxoville...senza capire che i suoi sono tributi, veri e propri doni posati sull'altare (ANCHE) del regista romano. Non metto in dubbio che Leone di film ne avrà visti molti, traendo ispirazione da ogni fotogramma. Ma prendeteli voi degli ingredienti saporitissimi e di qualità per preparare un bel piatto, chessò, una bell'amatriciana: o è il vostro piatto forte (e quindi siete da un po' nel mondo del cinema...), oppure il risultato non sarà ottimale, vi ci dovrete dedicare ancora un po'...
Un incipit davvero accattivante, scena memorabili condite da battute da "taccuino sempre in mano", trama che spinge a non perdersi un frammento delle gesta di "Armonica".
E se anche non capiamo come abbia fatto "Cheyenne" a scappare dopo l'arresto?...Frangente in cui il regista sembra dirci "E' un film, decidi tu in questo caso, lavora di fantasia!", io mi chiedo, ma è davvero così importante? Le tre ore passate tra polvere rossa, stivali e proiettili, non vi hanno appagato? Allora, a mio parere, si è perso un po' di vista uno dei primordiali scopi della "Settima"...
Per Leone lo spettacolo innanzitutto, e direi che questo film lo è in toto.
(depa)

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