Su, avvicìnati...

Quindici mesi dopo la sua scomparsa, Il Cinerofum ha rivolto un secondo ricordo al regista statunitense Jonathan Demme. La sala Valéry ha cosparso Elena e me del manto truculento di un assassino seriale. Anzi, DEL Serial Killer, trattandosi niente meno che di Hannibal Lecter, alias "The cannibal". Pluripremiato e tra i più citati di sempre, "Il silenzio degli innocenti" (1991) è una perfetta macchina cinematografica (da soldi ma non solo): sceneggiatura, ritmo, non ultimo la disinvolta quanto efficace regia del suddetto autore, capace di alcune memorabili sequenze d'impatto immediato e che balzò così, un po' a sorpresa, tra i registi che contarono.

La costruzione del cattivo, di cui Hollywood è maestra, raggiunge qui uno dei suoi picchi. Il diavolo in persona viene a sfidare il genere umano, senza poi la partecipazione di una fanteria particolarmente addestrata. Se il gallese Anthony Hopkins (nato l'ultimo giorno del 1937) infuse tutta la sua precedente carriera di 54enne in questo suo apice artistico, i suoi commilitoni mica furono così gloriosi. La stessa Jody Foster, allora 29enne, parve un po' travolta dall'intensità che il suo ruolo avrebbe dovuto incorporare.
Ma molto a lungo s'imprimono nell'immaginario, di chi ha visto il film, la figura filiforme e cupa, ironica e pacata dello psichiatra cannibale, che s'avvicina dal fondo della sua cella. Apparizione demoniaca che dev'essere sorretta da un'intelligenza che s'insinui negli intimi meandri di vittime e pubblico. Tutto ruota attorno a lui come la m.d.p. dopo un suo sontuoso e letale agguato agli aguzzini di turno. Pubblico e racconto sono ipnotizzati dal suo gesto, quel braccio che prende il volteggio su di una sinfonia di morte. Kontrapunkt di quelli tosti.
E come non ricordare la sequenza preferita di Elena? Con quel trucco davanti allo specchio, al sound sintetico ed istrionico degli anni '80, mentre di là una stronzetta non la pianta di strillare. Altro contrappunto degno di nota.
Non so se ho scritto tutto, credo di no, ma con questo caldo il PC fa le bizze e rischio di non pubblicare in luglio. Ciaps.
(depa)

1 commento:

  1. Ma sai che alla fine non l'avevo mai visto tutto! Comunque non mi e' piaciuto. Qualche scena da ricordare (quella con i due sbirri), una suspance abbastanza costante, ma che non aumenta mai i battiti cardiaci e una mitica battuta finale ("ho un vecchio amico per cena"). Null'altro. Puro intrattenimento e nulla piu. Dai Depa, non essere timido: una perfetta macchina cinematografica da soldi.

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