Eravamo tanto, appunto

Venerdì scorso, ancora Ettore Scola. Ci abbiamo provato, come al solito. Ma all'ingresso del cortile della Maddalena, per "C'eravamo tanto amati", forse la pellicola più celebre del regista di Trevico, realizzata del 1974, quando la maschera di una repubblica "democratica", fondata sul lavoro e antifascista era già coperta dalla polvere, con Elena e me non c'era nessuna faccia nota. Peccato, ché queste commedie italiane, firmate tra gli altri dai "mostri" Age & Scarpelli, avrebbero ancora molto da far sorridere e...riflettere.

Pellicola resa accattivante dal gruppo di interpreti "nazionali" (Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli) e dalla scrittura spigliata che ricorre con sapienza ad artifizi di immediato effetto, come il rivolgersi alla m.d.p. da parte dei protagonisti, o le gustose e popolari "ricostruzioni" cinematografiche. Un modo per spezzare l'amarezza e coinvolgere il pubblico nella presa d'atto di ciò che avviene sullo schermo.
Nino Manfredi perfetto uomo del popolo, semplice, sincero, diretto, capace di sentimenti demodé, sradicato dal terreno dei sorpassati ideali "non a scopo di lucro", sarà lui ad accaparrarsi l'affetto del pubblico. Dinanzi al romantico disceso dalle colline partigiane, sta Vittorio Gassman che incarna l'arrivista post-bellico, senza scrupoli né memoria. Hai voglia affidarsi alle smorfie del rimpianto, quando è lo spirito ad essersi già venduto! Tra loro, l'ingenua ma caparbia Stefania Sandrelli, col suo personaggio ormai cucito addosso, dai sorrisi improvvisi e dalle frasi sciocche e un po' spiazzanti. Qui invero capace di farsi donna d'acciaio per poter avanzare.
Ho preferito il successivo racconto di una terrazza in putrefazione, più profondo, maturo e disilluso, nonché graffiante; senza ammiccamenti e concessioni al gusto del pubblico (la durata per esempio!). Ma questo film rimane un pilastro della commedia nostrana, rosata dal tramonto dopo l'era d'oro, quando i tempi furono maturi per un ulteriore, malinconico sguardo al tempo trascorso (ognuno a modo suo).
(depa)

1 commento:

  1. Questa super commedia manca forse di un po' di brio, ma le vite dei tre protagonisti che si intrecciano a piu' ripresse lungo tutta la loro durata, con la mina vagante di questa lei super sexy che spesso rimescola le carte in tavola, sono raccontate con maestria e regalano un dipinto chiaro e giusto di quella societa' post bellica cosi' affascinante e complicata. Le apparizioni di Fellini e Mastroianni nei ruoli di se stessi (mentre girano La dolce vita) impreziosiscono la pellicola e il finale con "l'arrivista" che e' quello che ci rimette e' piu' che ideologicamente corretto. Bless

    RispondiElimina