Paraspecchio rotto

Sabato scorso Elena ed io avevamo ancora fame. Di cinema. Golosi ingordi della celluloide, siamo schizzati al "Corallo" dov'era l'ultimo di François Ozon. Peccato che pure questo "Doppio amore", del 2017, sia scheggiato veloce su di un cinema rosa Harmony, intitolato Twin e qualcosa, con foto di volti siamesi speculari in copertina (se c'è spazio, mettiamoci una bocca, o che so, un perizoma). Ancora la giovane e bella Marine Vacth, parigina classe 1991 a catturare l'attenzione del pubblico che, d'altro canto, non può far finta di non vedere la povertà dei contenuti sullo schermo.

Stringendo: una modella maniaco-depressa (sfociante in ninfomania) ed il suo psichiatra si innamorano. Solo che quest'ultimo in realtà son due. Perciò la mente (almeno degli autori) corre a triangoli fantasiosi e il film la insegue a testa bassa.
Con questa premessa, la pellicola non può che offrire il peggio di sé nei dialoghi, essenziali per mantenere la voyeuristica curiosità del pubblico, micidiali sotto tutti gli altri aspetti: "Quando mi guardi in quel modo, sento di esistere!", "Per me sei stato una medicina!"...en somme, annoiata cinematografia borghese ("Con te conosco solo il sesso") che pretendendo dall'estetica ciò che non può (spessore dal contenuto, bellezza dalla parola), lascia il tempo che.
Dopo mezz'oretta, Elena ed io ci scambiamo un "beh, qualcosa succederà..." ("...altrimenti sarebbe la fiera della banalità!"). Sbagliato, poiché: qualcosa effettivamente accade, ma la banalità allestisce comunque un party, dove il capitolo "Gelosy" si apre con "Dove sei stata oggi?" e si chiude con torta-nella-spazzatura (basta vi prego...).
Ed il peggio è che, tra sedute e scopate, ne risulta una psicologia spiccia che né intriga, né appaga.
Pensando di compier grand'opera, Ozon provoca come sempre e oltre, esigendo sorpresa dagli spettatori che, invece, intuiscono lo scoop quattro inquadrature, tre battute prima (non un buon segno per la sceneggiatura).
Nelle sale c'è di meglio.
(depa)

Ps: occhio a chiedere la mano ad una donna...

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