Santa Pazienza

Solo per Paul Thomas Anderson? Queste parole, a volte con cadenza interrogativa, altre decisamente più caparbia, mi hanno assillato durante il tragitto verso il "Sivori". Lo sto facendo per lui? Sì! Scacciando via l'abbominevole trailer dalla mente, mi obbligo a credere nel regista di Los Angeles con alle spalle film mica da ridere. "Il filo nascosto", del 2017, dopo aver fatto incetta di nomination, ha racimolato pochino, dividendo pubblico e critica. Ma questa fiaba d'amore cerebrale, quasi un tributo al "classico" di una volta (nonché ad un'epoca) per impostazione e pacatezza, non certo per immagini e potenza, ha dalla sua, oltre alla notevole recitazione dei protagonisti, intensa e caricata, l'ormai solida sensibilità di P.T. Anderson (superiore a quella di qualsiasi video promozionale).

Facile notare la cura in trucco, parrucco e costumi (non solo dei protagonisti) riposta dagli addetti, attenzione che, assieme ai volteggi della m.d.p. solleticheranno il pubblico sino a catapultarlo là. Anche su luci e scenari interverranno la pulizia e l'inventiva di Anderson, contribuendo all'atmosfera da ricordo intenso (la dissolvenza sulla camera dietro all'auto, col filtro blu che sa di fuga malinconica, dolorosa, rabbiosa). Momenti di gran girato: le sfilate in interni. Senza dimenticare le fondamentali musiche che avvolgono le sequenze tanto quanto i tessuti i corpi.
Bel personaggio, questo sarto morboso, ossessionato dal passato e da lavoro. Cuore di ghiaccio, che a vederlo giocare coi cani si sbigottisce, pronto a schiantarsi alla prima vibrazione imprevista. Doppiato da una voce "cinque lame" (Massimo Lodolo) che farebbe sbrodolare qualsiasi frigida donzella, Mr Woodcock è uno spasso da seguire ("Dammi il tempo di riprendermi", ahahahah!). Daniel Day-Lewis grande attore classe '57: una conferma (a quanto parrebbe, l'ultima). Su di lui tutti i campi elettromagnetici in sala.
Non so se, a furia di lavoretti d'ufficio ben fatti, o dinanzi a trailer così avvilenti, mi si stia affievolendo la sensibilità, ma ho trovato questo film ben sopra la soglia della una "boiata pazzesca" (se non peggio). Sì, una storia rosa letteraria sulla "Santa Pazienza", che non arrischia nessuna svolta coraggiosa, impegnativa. Thomas si "limita", e tutto sta nell'abilità registica con la quale affibbia questa coppia di virgolette, a lasciar correre sul velluto (raso, seta, quel che l'è). Non si toccano tutti i nodi della conoscenza, ma la regia è buona, l'interpretazione direi all'altezza. Il finale, inoltre, non sta a ricalcare ciò che chiedono le sale, ma ipotizza una diversità scabrosa ben più intrigante.
Urge uno scossone nel modo di fare cinema, forse sì, ma PTA aveva altro in programma, talequale.
(depa)

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