Las copas de la vida

Quarto nostro appuntamento ("nostro" nel senso del Cinerofum, qui rappresentato, figuratevi un po'!, da Marigrade e me) col Nuovo Cinema Europeo. Ancora Spagna, più precisamente Catalogna. "La pols" ("La polvere" in catalano, o "La cenere"), come raccontato dalla delicata, forse un po' insipida, curatrice del Festival, è l'opera prima del drammaturgo classe 1981 Llàtzer Garcia. Il film è proprio la trasposizione dal palco al grande schermo di un lavoro dell'autore di Girona. Nel sentir dire ciò, Marigrade si spaventa un po'. E' vero che il rischio di scivoloni, per eccessi intellettualistici o, al contrario, per strafalcioni semplicistici, nelle verbose pellicole da camera è particolarmente elevato. Ma se gli autori stanno "all'occhio", come in questo caso, il risultato è quasi sempre gratificante.

Nelle anguste stanze di un'anonima palazzina, la riflessione sulla morte del padre può perdersi. Non per la palazzina, né per la stanza; ma perché angusti sono gli spazi esistenziali, anonimi i personaggi da interpretare ogni giorno. Nell'eterno teatrino della società, fatto già di affettazioni, ipocrisie, menzogne e accaparramenti, però, il consumismo ha instillato una goccia esplosiva di furia. Lungi dal manifestarsi attraverso un grido o un lancio, ci insegnano che si può stare. In casa, rattrappiti e sterilizzati, a scagliare sì, una pallina, ma contro il muro.
La morte, ogni tanto benefattrice, ha dalla sua di saper infrangere questo falso specchio (quindi anche il silenzio). Dato il suo peso specifico, offre lo squarcio che può destare.
Dalla Catalogna un kammerspiel intelligente, dove parole e momenti sono ben ritagliati, dove gli attori fluttuano sulle loro vite, in crescendo, sino a battere la testa. Così da poterla...di nuovo...
Voto: 7 (questo il film che ha vinto il concorso "FNCE" genovese).
(depa)

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