Tim era un grande

"Tutto quello che c'è da dire è questo: io vi ho preso parte". Così s'intitola la rassegna che i ragazzi dell'"Altrove" hanno dedicato alla produzione documentaristica del regista bavarese Werner Herzog. A "Grizzly Man" (2005), proiettato ieri, in seconda serata, il termine documentario naturalistico va piuttosto stretto. Se all'inizio pare proprio quello, mano a mano che si avanza nella conoscenza del protagonista e, soprattutto, delle sue insicurezze, questo racconto dolceamaro diventa, nonostante la sua apparente consapevolezza, autentico romanzo dell'individuo smarrito.

Sia chiaro che questi giganteschi orsi residenti in Alaska non passano certo in secondo piano. Anzi, saranno proprio loro i protagonisti di immagini straordinarie, tra cui i momenti di pesca, di ozio e, l'ideale coronamento, il terrificante duello finale. E sia anche limpido che il buon Timothy Treadwell (Dexter all'anagrafe, "meno adatto, meno televisivo" a quanto pare, 1° segnale) aveva una sensibilità per il mondo animale...anzi, proprio per gli orsi più grandi del pianeta (altro segnale!) fuori dal comune. L'empatia per queste affascinanti bestie, affettuose-da-una-certa-distanza, lo spinse a cercare di vivere e comunicare con e come loro. Niente di strano, no? O forse sì (3°). Il doc. diventa interessante proprio ponendosi questa o altre domande, come quella emersa chiacchierando col buon Mino, grande estimatore della pellicola: "Dove sta la verità?". Da intendersi come: il buon Tim aveva davvero raggiunto o, dopotutto, era semplicemente solo? La possibilità di porci questa domanda, se da una parte potrebbe suggerire il fallimento di un documento informativo, dall'altra sprigiona magia che solo le opere artistiche valide possono (in qualunque forma).
Il documentario è da vedere per i suddetti motivi e, non per ultimo, perché guardare e, soprattutto!, sentire Tim è uno spasso che tanti film desiderosi di far sorridere non raggiungono. Aver perso il ruolo principale in "Cin Cin" (4°!) e, ancora di più, avere dei genitori così (questo non è un sintomo, è una causa), farebbe stramazzare a terra un...grande mammifero.  Ma Tim di energia ne aveva, quella dei vero buffone, nel senso migliore del termine (un po' come me). Sentendo i suoi amici, si capisce come apparire allegro e brillante fosse per lui fondamentale. Herzog questo lo sa e non sbaglia la scelta dei ritagli di filmati eseguiti da Tim  (il processo di selezione seguito, ad ogni modo, è spiegato su wiki). Purtroppo, come al dannato solito, fa due passi in più superando la gamba di qualche metro: deve raccontarci la sua posizione privilegiata, lui ha sentito! Lui ha potuto ascoltare la registrazione delle ultime voci della coppia fatta a pezzi da un grizzly non di zona! E proprio non ce l'ha fatta a evitare di: 1- filmare questa sua esperienza, 2- farlo davanti alla ex di Tim (o amica che fosse). Cattivo gusto. Molto strano per un autore della sua sensibilità. Meno per lui specificamente. Da questo punto di vista, quelli dell'"Altrove" hanno scelto bene il titolo del mini-ciclo.
(depa)

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