Il vero sballo è dire

I tossici di Leith sono tornati. Ancora una volta sullo schermo Renton, Sick Boy, Spud e, soprattutto, l'indemoniato Begbie, radunati da Danny Boyle, vent'anni dopo. Per "T2 - Trainspotting" squadra speciale a rapporto, al "City": Ele, Sa', Priech ed io. Tutti carichi e a, fine visione, soddisfatti. La banda di Boyle è in formissima, sempre la stessa sana energia auto-distruttiva, e il regista, come loro, ha solo cambiato pelle, provando che tempo e rughe possono portare maturità e qualche novità.

Il racconto inizia e pare di non essersi mai lasciati. Poco importa l'aver rievocato il primo "incontro" solo qualche anno fa (sala Uander? sigh...). Il fatto è che questi ragazzoni mai cresciuti, strano a dirsi, sono abili attori, la cui professione ha dato loro i mezzi per non abbandonare mai i loro strafatti parcheggiati in VHS da cantina. Le movenze, le reazioni, le espressioni sono rimaste quelle del '96. Ed è uno spettacolo vedere Begbie impazzare per Edimburgo alla ricerca di quel cazzo di fottutissimo Rent Boy (con ciliegina amara: oltre all'odio rosolato lentamente per 4 lustri, c'è anche l'onta di una pastiglia blu differente...non vorrei essere Mark). Al di là dell'effetto nostalgico, attori e regista confezionano un "20 anni" dopo che, a mio avviso, è riuscito. 20 anni sul loro volto, 20 anni sui colori e i suoni tutt'attorno: nuove architetture, musiche, abitudini (20 anni di ricordi: perché a questi scoppiati, come a noi, non dovrebbero tornare... e con insistenza?) 
La regia è ancora quella underground e scalpitante del primo capitolo, col nuovo digitale che permette altri e sempre uguali trip. La sequenza psichedelica coi protagonisti racchiusi nella loro acid house verdeviola, stanzucola della botta (Spud un po' in disparte, ma il viaggio li unirà), con la riemersione finale su "Radio Ga Ga". Fosse stata fatta 20 anni fa...Ma oggi no, siamo snob verso quel Boyle ragazzaccio che, certo, non ha mantenuto tutte le promesse. Anche altrove il montaggio sale in cattedra: quando la bellissima Diane si reca da Spud (scale, gambe, tacchi...), esempio di come suono ed immagini possano essere ritmate in maniera solida, originale e, in più, rendendo alla perfezione la nuova epoca che fa da scenario agli eventi (musica, abiti e pareti possono ciò). Insomma, ancora una volta, proprio come nel primo capitolo datato 1996 (sorbole!), il montaggio fa tutt'uno con la narrazione.
Uno dei cap 2 che ricorderò e riguarderò più volentieri (l'avreste mai detto ehhh?). Non mi resta che dire: che sballo...
(depRa)

1 commento:

  1. Anche per me e' stata una goduria reincontrare a distanza di poco meno di 20 anni quei mattacchioni con i quali spesso finivano i miei sabato sera ("Matte, che facciamo? Metto su Trainspotting e ne faccio una?"...). Una vita fa per me e una vita fa per loro... Come nel primo, la colonna sonora, la recitazione dei protagonisti e il montaggio fanno la voce grossa e come ugualmente il libro ("Porno" 2002) viene stravolto e riadattato perfettamente alla settima arte che per la seconda volta ringrazia e noi ringraziamo lei. PS: visto gia' 3 volte, ma sara' impossibile raggiungere il numero di volte che ho visto il primo (..."Si' Ste! Metti su Trainspotting e fanne una!"). Jah bless.

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