Se ti dico di andartene...

Il terzo gotto di "Rosso Corman" visto domenica scorsa, all'"Altrove", ormai ubriachi delle funamboliche trame del regista statunitense, è stato "I vivi e i morti" (t.o. "House of Usher"). Un Roger Corman d'annata, 1960, vitigno Edgar Allan Poe. Su di giri, sopra le righe, Vincent Price finalmente nel suo, in preda a una maledizione.

Si vede che anche Corman sguazza a suo agio nell'horror, sapiente nel trattare gli oggetti (lampadario) e nell'esaltare le atmosfere e i caratteri dei personaggi: la casa che trema è geniale e Mr. Usher pure. Occhi spiritati e continue espressioni di dolore, disperincazzato Vincent "Usher" Price. Per una volta è riposante posare lo sguardo sul fisico muscolare dell'attore statunitense, sul suo personaggio sfuggente, quest'uomo di mezz'età diabolicamente stremato. Il belloccio dal foulard bianco al collo, scoprirà che se l'amore è un incantesimo che brucia il cuore, altri fanno ben più danni. Consigliato perché credo sia un film emblematico per vedere cosa potessero combinare, uno davanti uno dietro la m.d.p., i due suddetti ragazzacci.
E lo spirito della casa Usher prevalse, portandosi dietro tutti i rossi e tutti i blu che il fuoco potesse offrire (quale fortuna per Genova!...).
(depa)

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