Organizzala!

Altro giro di "Intolerance", ancora "Cold War". Sì, all'Altrove, come ogni lunedì. Ieri la sfida USA-URSS ha visto scontrarsi, a colpi di celebri opere, due registi "sacri" come Lumet e Tarkovskij. A salire sul ring per prima è stata "Quel pomeriggio di un giorno da cani", diretto da Sidney Lumet nel 1975. Una rapina andata a male, con tutta la disperazione...e la comicità connesse.

Il 22 agosto del 1972 a Brooklyn un paio di ragazzi compì il passo più lungo della gamba, riuscendo soltanto ad offrire qualche ora di intrattenimento, non ai dipendenti della banca da loro rapinata (o meglio, non solo), bensì ai tanti consumatori di TV via cavo e ai lettori di cronache fondamentali. La morbosità, tra accanimento e simpatia, va in diretta.
Il regista di Filadelfia fa sfoggio della propria sensibilità con titoli di testa ben ritmati che ben affrescano le periferie metropolitane statunitensi. Poi fanno l'ingresso sullo schermo i protagonisti. Sonny e Sal, interpretati dal confuso ed agitato Al Pacino e dal silenzioso John Cazale, non sono certo due geni del crimine (per non parlare del terzo...che infatti se n'è andatum). Basta vedere come si presente in banca il primo: enorme pacco regalo sotto braccio, giusto della lunghezza di...che so? un ombrello! (lo scartamento dello stesso è uno dei momenti migliori). Da questa coppia di "emarginati, falliti" è lecito aspettarsi ben poco, in fatto di crimine. Per farsi due risate, invece, sono una squadra perfetta. Grazie a loro nasce questo intrigante mix di comicità e disperazione. Una buffonata senza speranza. Un ridicolo raptus di rabbia e dolore. Sullo sfondo il tema, caro al regista, della spettacolarizzazione del crimine, ad ogni costo, trattando i criminali come conduttori e le vittime come concorrenti. Su tutti, sempre il dio denaro.
Con qualche pillolina, più o meno edulcorata, che pare uscire dalla sottocultura ACAB (dal "Voglio che mi ammazzi chi mi odia, non chi lo fa di mestiere", al celebre "Attica!").
Finale assordante, tra turbine, reattori e polizia parata, ad esasperare il silenzio del protagonista (i contrappunti nel film sono molti, come la sigla dei cartoni animati dalla TV all'interno della banca, o gli stessi titoli di testa), completamente distrutto da quello che, dopotutto, non è altro che un vero pomeriggio di merda.
Pellicola di puro intrattenimento, dove il ritmo è tenuto al passo dall'esperienza di Lumet e dai nervi di Pacino.
(depa

1 commento:

  1. Divertente questa pellicola grazie soprattuto a questa riedizione della coppia Al Pacino - Cazale, importanti uomini di mafia nella pellicola piu famosa di Coppola, criminali da strapazzo in questa!
    Pellicola riuscita: racconta (un fatto realmente accaduto), fa sorridere e intrattiene lo spettatore a dovere. Nice.

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