Poesia del crescere

Eh sì però vi devo scrivere qualche riga anche sul quarto e ultimo film visto presso l'"Altrove", una decina di giorni fa, in occasione del mini ciclo sul cinema asiatico. "Flower in the pocket" è un altro film malesiano girato con cura e scritto con poesia. Il regista di Kuala Lumpur, Liew Seng Tat, classe 1979, pare attingere dalla migliore scuola neorealista, dove dramma e ironia si rotolano nella polvere.

Ancora, sempre, in grandiosi ritmi dell'oriente, dove bambini in assoluta libertà (dissoluta, la libertà, non può essere) s'aggirano e imparano la vita, al di là dei variegati idiomi che attraversano l'Indocina. Lo stile aspro di questo film si alterna ad inquadrature ricercate (i bambini che lottano in camera, intravisti con pudore; o lo zaino, complicata quanto riuscita).
Ironia che smorza ma non solo, perché è parte stessa dei giorni senza calcoli (la lastra, le uniformi, il collega donnaiolo). 
Un cinema dove anche un'inquadratura fissa su di un oggetto immobile (in questo caso un'auto sotto la pioggia), con sottofondo di xilofono, mantiene, anzi raggiunge, una poetica di grande, indubbia per me, qualità. Il dolce incedere di tre bambini nel mondo dei grandi e delle macchine, ecco le città!, è un topos delle grandi scuole cinematografiche, che io inseguirò financo nell'ultima sala del mondo.
Ancora un ringraziamento ai curatori della preziosa rassegna. Dale Altrove! Daje Laboratorio Bellamy.
(depa)

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