Questo sì che è un matrimonio

Settimana scorsa, come sapranno i pochi cinerofumiani sparsi per il globo, è stata settimana di Jim Jarmusch. Come non parlare, quindi, di "Coffee and cigarettes"? Sorta da un cortometraggio del 1986 e cresciuta sino al 2003, anni in cui s'arricchì di tanti altri affascinanti episodi, divenendo una pellicola che, proprio come quel thè dall'ancora minor senso dopo questa visione, "è buona qui, è buona qui": negli occhi e nello spirito.
E' proprio "strano conoscersi", sin dalle prime battute, qualsiasi sia lo stile del tavolino che ci fissa nei gomiti. E anche conoscendosi da anni, possono emergere segreti e falsità. Jarmusch allestisce vetrine ricche di intenso aroma e di fitto fumo. La fotografia composta da quadri ricercati (troppo?) culla come il miglior chicco africano, i dialoghi sono trinciato tutto da inspirare. Come spesso accade in queste situazioni, vien voglia di lasciarsi andare, spazio libero mentale, vediamo un po'...
Roberto B. e Steven W. fulminati ipercinetici; Steve Buscemi pazzo cantastorie (grandioso contamusse); Iggy Pop in paranoia e Tom Waits analcolico (?), "avendo smesso, anche una...è un fatto ornamentale!"; una bomba sexy pronta ad esplodere seduta al tavolino; Cate Blanchet perfetta sia "in tazza grande e latte freddo a parte", sia più cheap; Alex D. e Isaach D.B. senza problema alcuno tra loro; bobine di Tesla e cappotti per interni (Alfred M. e Steve C. grandi attori, che esaltano la scuola di doppiaggio italiana); Wu-Tang Clan e Bill Murray, ognuno andato per la sua...scusate, ma chi diamine è Spike Jonze???
Vecchia ricetta, caffè + siga, semplice ma su cui si va sul sicuro...
(depa)

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