"Ce l'hai", all'inglese

Piano, piano, sto per giungere alla fine delle tormentate recensioni tratte da Cannes 2014. Il secondo film che vedemmo, in quel lontano 15 giugno, io e Marigrade, fu "Catch me daddy", diretto dal britannico Daniel Wolfe. Pellicola che nella fotografia offre il suo lato forte, nella sceneggiatura quello inesistente. Nulla di imperdibile.
Verrebbe da dire "peccato", perché l'approccio registico è di quelli che mi piacciono. Non se sia la trascorsa gavetta tra i videoclip a sorreggere il regista, ma la rudezza della m.d.p., alla pari dei visi duri e/o fusi dei protagonisti, risulta accattivante, riuscita. Ma, se nell'idea di partenza l'atmosfera poteva anche essere credibile e coinvolgente, col passare dei minuti sfuma nei contorni di un ambizioso thrillerino, sfuggito di mano proprio quando qualunque diversa scelta non avrebbe, quantomeno, guastato. Lughi comuni e personaggi stereotipati, ecco il realismo cruento dei Wolfe Brothers. Hai voglia a riflettere su alcunché...Finale da ortaggi sullo schermo. Ne salvo solo i colori.
Voto: 5 e 1/2.
(depa)

ps: dai che ce la faccio.
pps: non dico in generale, eh.

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