Extra:...ma qualsiasi cosa, altro che Lucano!!

Ieri, io ed Elena, spinti dal caldo più che dall'entusiasmo, siamo andati al cinema all'aperto di Porta Venezia a vedere "Cosa voglio di più" di Silvio Soldini, regista milanese cinquantaduenne.
Sapete ormai quale sia la mia predisposizione a vedere film contemporanei italiani (credo di avere visto gli unici al cinema negli ultimi mesi), e quasi quasi mi stavo pentendo dei miei pregiudizi.
Sino a ieri sera; torno nel mio loculo. Non gliene fregherà nulla a nessuno; ma quello che è stato proiettato ieri ha passato il limite.
Ragazzi questo film è terribile. Tante critiche lette in giro positive (anche il critico di City di cui ho sempre condiviso i giudizi taglienti!), tanti complimenti agli attori (!?)...sono allibito.
Gli attori sono imbarazzanti. I due protagonisti a tratti raggiungono livelli da recita scolasctica: Alba Rohrwacher è staticissima nella sua vuota espressività (sento già qualcuno: "con quel bisogno negli occhi che è un grido tra le pareti di una Milano che non c'è..." bla bla, dai, ridicola); Pierfrancesco Favino, anche lui, con la stessa faccia finto-imbarazzata dall'inizio alla fine (lo preferisco quando fa il coatto di borgata), con un imbarazzo sincerissimo, quello sì, suscitato...dentro di me, almeno. Sì, il livello del pubblico, almeno quegli otto tasselli che mi circondavano ieri sera, era troppo basso (d'altronde era lì...) per poter avviare sondaggi umorali di qualsiasi tipo. Si andava dal "Guarda, quella è Trezzano!", "Sì sì, fuori dall'Ikea", ad altre osservazioni a sfondo sessuale che vi risparmio.
La scena in cui lui rincorre lei per la strada, fermandosi tre volte e ripartendo, è realizzata male da TUTTI. Non fidatevi di me, guardatela.
Caro Soldini, perché ha sentito il bisogno di realizzare questo film? - (la pagnotta è una risposta accettata, anzi, gradita) - Mi scusi ma, terminato il film, mi sono chiesto per un bel po' quale potesse essere il "di più" dato da queste due ore passate seduto davanti alla sua pellicola. Perché deve esserci, sennò il regista ha fallito, credo.
Alcun tipo di introspezione dei personaggi (ché, d'altronde, sono pupi inanimati), tutto accade "a babbo"; non c'è un binario tenuto e portato avanti, si salta dal genere drammatico al genere comico al genere...che genere, boh?
In giro si legge, una milano bellissima che, paradossalmente, solo un argentino ha saputo valorizzare...bla bla; ma de che? Inquadrature orribili e prive di senso; le scene girate in un paese africano (che senso ha quel week end laggiù? non intendo nella realtà, ma in un FILM!) sono tristissime, quelle nell'hinterland milanese sono falsamente poetiche: è il più alto degli snobbismi il mettermi un'attrice su una panchina di un giardino popolare, sotto lo sfondo di un'edilizia anonima ed apatica, e pretendere che, non sforzandomi (ché non avrebbe esito positivo nemmeno se fossi Ercole), bensì straparlando strafalcioni perché "così fan tutti"", io debba trovarvi una qualche eccelsa estetica.
La trama? Due tipi s'incontrano, e schiacciati dalle loro rispettive prigioni domestiche, si fanno prendere da una folata di sesso. E basta. E' forzatissimo tirare sul tavolo anche gli aspetti economici, che assillano "le persone normali, di tutti i giorni", toccati tangenzialmente dal film.
Questo è un film "Harmony" in tutto e per tutto. E, finché in Italia le sale si riempiranno per questi prodotti e i critici giudicheranno prendendo a metro "Vacanze di Natale a Charm", non aspettiamoci nulla di meglio.
"Regista colto e raffinato..."
Vi sorprenderò, è un film da vedere per metter su anticorpi.
Originalità zero, in sintonia coi nostri mondi e tempi.
UNA BOIATA INFERNALE!!!
A chi è piaciuto, anche "un cicinin", non rivolgerò più la parola ("...e chi se ne frega!!!").
Tornando al "coraggio" quale fattore alto nella settima che adoriamo: intendevo del regista! Non dello spettatore nello staccarsi dal divano!
Questo film mi dimostra, ancora una volta, come se si vuole si può anche scrivere di niente (vero, espertoni?). Posso farcela!
(depa)

ps: va bene, Tigre, io "Giorni e nuvole" me lo guardo, ma tu stai in guardia....

2 commenti:

  1. Ah no! Scusate...c'è un momento di cinema sommo:
    verso tre quarti del film s'intravede, riconoscibilissimo, uno spicchio di Sud. Il regista comunque riesce a buttare via tanta beltà inquadrandola quando è contaminata da sciarpe orribili e da un Pinuccio Brenzini che stonerebbe anche in mezzo alle cascate del Niagara.
    Tifa Doria Bella Storia.

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