Extra: Happy di sorridere un po'...

Ciao 'rofumetti, venerdì scorso io, Lelena, Tigre e Doris ci siamo spinti (guidavo io!) sino a via del Conservatorio per vedere "Happy Family" (2010), l'ultimo film di Gabriele Salvatores.
Non ero convinto di scrivere qualche riga su di questa pellicola, ma vista la tragedia cinematografica di "Cosa voglio di più", ho voglia di riconciliarmi col sorriso e col cinema italiano che, quando non si inoltra in terreni che non sa affrontare, riesce a far trascorrere qualche piacevole ora al proprio pubblico.
In questa simpatica commedia, che riprercorre un canovaccio già srotolato da molti altri (Pirandello, ma c'è anche "Un Achille piè veloce" di Benni che fa l'occhiolino), Salvatores non si sporca le mani più di tanto; mette in scena quell'umorismo da Gialappa's Band che ormai piace anche agli over-50. De Luigi ed Abatantuono a me fanno ridere solo a guardarli, Carla Signoris pure troppo in versione "Hollywood Party", ma la grande comica genovese sta bene ovunque.
Noi quattro abbiamo riso di gusto, ed alla fine sembravamo contenti di esserci scrostati dal sofà, è un risultato fantastico!
Quindi ripeto gioco facile, come inutile stare lì a trovare punti ciritici.
Se proprio volete che dica qualcosa al regista napoletano, è proprio questo girare pellicole che "non possono non piacere"; ecco, qui di coraggio ce n'è poco; sfonda una porta aperta il nostro Gabriele confezionando film con un gruppo di amici che se la ridono in giro per il mondo, forzando un po' i cuori magari nel momento dell'addio ("Marrakech Express", "Mediterraneo", "Puerto Escondido"...).
Non riesco ad accostare il suo cinema a quello dei mostri che stiamo conoscendo in questi nostri incontri; non può spodestare un film di spessore in una sala, ma col rischio di finire a vedere qualche film di Soldini...
(depa)

1 commento:

  1. A me è piaciuto e mi sono molto divertito. Grasse risate sul personaggio Abatantuono, proiezione futuristica di una particolare tipologia di animale umano (DivanoDivanorum). Anche la città di Milano ne viene fuori migliorata da com'è nella realtà. Palazzi (del centro) ripresi dal basso verso l'alto, questa è la chiave.
    Apprezzatissima l'idea del finto finale.
    Il film è leggero, comico e divertente.... Ci sta.

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