Un affare di donne

Seratina XXXVII:
"Un affare di donne", di Claude Chabrol, 1988.
Ciao 'rofumofili, sono contento di essere tornato tra voi, e altresì di averlo fatto con un regista a cui, senza motivi particolari, sono affezionato: l'ottantenne regista parigino Claude Chabrol.
Come al solito si parte senza idee, un film viene ipotizzato in giornata, ma la rete non ci soddisfa e dobbiamo "ripiegare" su i film che il Tigre, con logica e criterio aleatori, periodicamente deposita in chiavetta. Ma se sento dire Chabrol, ed anche "Chi è?", beh...les jeux sont faits!
Il regista parigino, ricordiamolo, è tra coloro che spinsero dal burrone della "Nouvelle Vague" le prime pizze..."Le beau Serge" del 1958 (ce l'abbiamo! Chi ne recupera i sottotitoli?) viene considerata la prima bobina di questa slavina.
In sala Uander: Tigre, Albert d'Aporty, Zippa2, Lelena ed io.
Le vicende di questo film narrano di Marie-Louise Giraud, tra le ultime donne ghigliottinate nella Francia occupata dalle truppe naziste (1943). Ai tempi in cui il maresciallo Pétain doveva mostrare che, se l'esercito francese era battuto, la morale nazionale no, la Giraud, donna sola e non di altissime doti intellettuali ed intellettive, decise di migliorare il proprio status praticando aborti (assai diffusi in tempo di guerra!) ed affittando camere a prostitute. La "Fabbricante di angeli" (faiseuse d'anges) di Seborga fu l'unica decapitata causa aborti illegali (una ventina).
Il film a cui abbiamo assistito esalta una grande Isabelle Huppert (Coppa Volpi a Venezia), che all'età di 35 anni ha lasciato ai posteri un'esibizione da attrice ben più navigata. E' fredda quanto frivola, ambiziosa quanto spietata, questa donna comune il cui nome resterà inciso nelle ultime righe nere della storia francese. Il regista riesce a creare subbuglio all'interno dello spettatore, il quale a volte comprende, a volte prenderebbe a sberle Marie-Luise (dai, se fossimo nel marito...altro che denuncia!). Ma non c'è moralismo, nè sentenza tout-court...ma narrazione dei fatti (più o meno romanzati...è un film!) e attenzione agli scenari anni '40; quindi non è il caso di farsi fuorviare dalla scritta finale.

Ed alla stessa maniera, qui, vi invito a guardare il film, senza dare mie interpretazioni.
Film dal buon ritmo e dall'ottima caratterizzazione dei personaggi. Per il futuro: "Violette Nozière" (1978), in cui mi sa che assaporeremo un'altra accoppiata Chabrol-Huppert di qualità.
Lulù, la prostituta a cui Marie-Louise affitta la camera, è Marie Trintignant (1962-2003) la figlia di Jean-Louis Trintignat: inchinarsi.
(depa)

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