La nostra vita

Recensione XXXVI:
"La Nostra Vita" è un film giovane, fresco, che finalmente ci fa vedere un po’ di coraggio e di sincerità trasparire dalla telecamera. Il regista Daniele Luchetti sperimenta un modo di ripresa che è a tratti quasi ossessivo, psicologico. Punto di ripresa spesso a due spanne dal soggetto, mosso, a tratti amatoriale. Poi, quando parte con riprese circolari attorno al protagonista della scena, ricorda a mio parere  un po’ il Salvatores di "Quo vadis baby?" (o altri suoi film) anche se meno didattico nel movimento della cinepresa e quindi più reale. La storia è una storia Nostra, di questa piccola Italia in cui i principi con cui siamo cresciuti stanno facendo spazio a nuovi modi di intendere il circostante. Immagine, soldi, futilità.
Grazie di cuore a chi non ci consegna nelle mani questo paese, da Bettino allo zio d’America Silvio ai mille pretendenti ai soldi e potere che si stanziano nelle poltrone della politica. Dicevamo… un’Italia in cui la seconda generazione d’immigrati si fa strada, anche se a volte c’è qualche bigotto che li guarda ancora come profughi, un’Italia in cui abusivo = normale (i Frosinone che vanno lavorare 24 ore su 24 in nero con la mamma che cucina non era male)e in cui basta un legame di amicizia per trasformare un delinquente in persona per bene (il protagonista che reclama una pensione per il suo amico spacciatore e sua sorella che gli risponde “..ma se non ha mai lavorato nella sua vita!”)….. Ah..scusate, scordavo che  siamo il paese che ha “inventato” la Mafia. A parte tutti questi spunti “REALI” c’è qualcos’altro che va oltre, le persone, i sentimenti, le famiglie che comunque vada devono andare avanti, vivere, sopravvivere, amare.
Bella interpretazione di Elio Germano. Regista promosso anche se gli sceneggiatori potevano fare meglio. Speriamo di rivedere qualche altro film italiano simile nel prossimo futuro.
(Albert Aporty)

4 commenti:

  1. Ricordiamoci che è la seconda trasferta del Cinerofum che si reca direttamente in loco, al cinema. Questa volta è il turno dell'Apollo, cinema sotterraneo.
    Il film è molto gradevole, a tratti commovente. L'interpretazione di Germano è superlativa e non perchè anche lui è molisano (infatti premio come Miglior Attoreeeeeeee a Cannesssss). Ho apprezzato molto la recitazione con spiccato accento, amo i film in cui si notano questa radici linguistiche/territoriali. Veri.
    Giudizio quindi ampiamente positivo. L'unica scena che non ho condiviso pienamente è quella della recita dei bambini in palestra (comunque dura poco).
    Luchetti promosso..... e la vita continuaaaaaanche senza di noi......

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  2. “La nostra vita” è una storia normale di persone normali. Semplici, non sono troppo belle né troppo intelligenti, non sono troppo ricche, ma cercano col lavoro di riuscire a fare quello che fanno tutti, progettano una vacanza, vanno al centro commerciale per trascorrere una giornata insieme, organizzano compleanni e pranzi domenicali in famiglia.
    Queste persone intente a vivere la propria quotidianità, si affannano a risolvere le problematiche legate al lavoro, agli affetti e intanto agiscono, provano dei sentimenti, vivono delle emozioni forti e coinvolgenti che gli attori che li interpretano sanno restituirci e trasmetterci attraverso un’ inflessione della voce, un’espressione, uno sguardo… Elio Germano un vero talento, un orgoglio del cinema nostrano (italiano sì, ma anche molisano come ha ricordato Gianluca)
    La mia sensazione è stata quella di osservare la vita di qualcun altro che sta accadendo intorno a me, vicino a me, ma non a me; non sembrava di assistere ad un film girato e studiato a tavolino. Ho trovato che l’intera proiezione fosse così spontanea! Complice l’interpretazione del protagonista e dei suoi bimbi, ma anche la scelta dell’abbigliamento, delle scenografie degli interni (spesso “made in Ikea” che accomunano un po’ tutte le abitazioni e fanno sembrare tutte le case la propria), della colonna sonora, delle inquadrature imperfette come ci ha spiegato Albert che non utilizzano nessun escamotage x far sembrare quei volti e quei luoghi di plastica. Riprenderli così da vicino mette in risalto anche le piccole rughe, una pelle lentigginosa, un po’ di cellulite sulle cosce (nelle tipe al mio fianco la scena in questione ha suscitato il tipico commento femminile: <>) e quindi in una restituzione così autentica della realtà anche un sorriso , un broncio o un urlo si percepiscono con maggiore immediatezza.
    E poi finalmente attori conosciutissimi che interpretano ruoli diversi dai soliti clichè, Raul Bova non fa il bello impossibile, Luca Zingaretti ha i capelli lunghi e vive con un prostituta, un ruolo decisamente in antitesi con la moralità di un commissario Montalbano, Elio Germano in un ruolo insolito interpretato con un intensità rara… Va beh a lui riesce bene tutto!!
    In un’intervista Luchetti ha spiegato che uno degli obiettivi che si pone nella realizzazione dei suoi film è quello di motivare la gente ad andare al cinema e per farlo bisogna proporre loro qualcosa di diverso da quello che offre la televisione. In tv è tutto patinato, esageratamente perfetto, si propongono bellezze idealizzate, famiglie del “Mulino Bianco” o incesti immorali; le donne si risvegliano dopo 8 ore di sonno con il trucco perfetto e i capelli a posto, non usano le ciabatte per stare in casa e parlano ai propri figli o al proprio compagno come un Devoto Oli (di vecchissima edizione tra l’altro) sorseggiando un cocktail sul bordo piscina di casa propria. No il regista non ci sta a raccontare stronzate ma vuole sondare gli aspetti reali dell’Italia del 2010!

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  3. Ieri, io ed Elena, in trasferta all'Eliseo.
    Concordo con tutti i vostri giudizi sul film e considerazioni generali. Sapete come la penso sul cinema italiano contemporaneo, ma film come questi ne alzano sicuramente il livello (di poco, perché la media è una brutta bestia). Non un capolavoro ma, diciamo, che è difficile trovarvi difetti.
    Secondo me, la scena della recita non macchia la pellicola; ho avuto paura nell'attimo in cui ho visto i due genitori rincorrersi tra le stanze, ma è durato troppo poco per suscitare la mia insofferenza.
    Elio Germano veritiero ma con margine di crescita.
    Il cinquantenne regista romano ha le idee chiare su come non sbavare all'italiana ("ci va coi piedi di piombo"). Probabilmente affinerà sempre più questa sua arte.
    Ciao a tutti.

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